Gli ultimi sette giorni sono da dimenticare per il Napoli e Antonio Conte. Eliminazione dalla Coppa Italia, addio alla vetta della classifica e infortunio di Kvaratskhelia. Il ginocchio lo aveva tormentato già al termine del primo tempo della sfida del Maradona. Poi lo sforzo e la voglia di restare in campo per puntare alla vittoria. Diagnosi da dimenticare – trauma distorsivo al ginocchio – e grattacapi da risolvere in fretta.
Così, dal freddo glaciale della Georgia, Napoli apre le porte al caldo rovente del Brasile. No Kvara? C’è Neres. Testimonianza di una coperta lunga, lunghissima. Perché la società azzurra sul mercato ha sbagliato poco o nulla. Serviva quella «saudade» capace di incendiare l’animo del tifo napoletano. Detto, fatto. 28 milioni di euro al Benfica, contratto fino al 2029 e la sette che acquisisce un nuovo padrone.
Ma il ragazzo di San Paolo è calciatore serio. Napoli ebbe il piacere di conoscerlo in una calda sera d’agosto. Esordio in Italia all’88’ e assist al 94’ per Simeone. Chi ben comincia è a metà dell’opera. L’ex Benfica nelle successive quattro partite – Coppa Italia inclusa – trova altri tre assist e un gol. Per trovare la prima firma in campionato con la maglia del Napoli bisogna aspettare il Como: 3-1 e primo timbro in Serie A.
Poi il vuoto più totale. Sprazzi di talento, certo – ma Conte cambia poco o nulla. E allora sono apparizioni quelle in cui il classe ‘97 va in scena. Politano offre copertura in difesa e Kvaratskhelia è Kvaratskhelia. Solo una presenza da titolare in campionato contro il Lecce.
L’Ajax per presentarsi all’Europa dei grandi, Shakhtar e Benfica per dimostrare che le spalle sono larghe. Larghissime. Ora Napoli e la prima grande chance che parte da Udine. Ci sono 28 milioni di motivi (bonus inclusi) per dimostrare che Kvaratskhelia è Kvaratskhelia ma Neres è un grande (grandissimo!) dodicesimo uomo.
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