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Da semi-sconosciuti a Napoli: Natan e Kim Min-jae, il confronto prima di arrivare in Serie A

Natan è stato scelto da Aurelio De Laurentiis come successore di Kim Min-jae al centro della difesa del Napoli. Per il cartellino del difensore il club azzurro ha investito 10 milioni di euro più bonus. 

Napoli, un nuovo modo di fare mercato per i difensori

Quasi la metà di quanto speso per il centrale sud coreano, arrivato in Italia nell’estate del 2022 per poco più di 18 milioni dal Fenerbahce. Il Napoli, dunque, prosegue nel suo modus operandi per il reparto difensivo: trovare giocatori giovani e poco conosciuti ma con un grande potenziale. 

 

 

Una scelta atipica per il calcio italiano, abituato a puntare su giocatori esperti (e italiani) per la difesa. Una caratteristica che le squadre vincenti in Serie A hanno quasi sempre avuto. Basti pensare alla triade Barzagli-Bonucci-Chiellini della Juventus. 

I punti in comune tra Kim Min-jae e Natan

Il Napoli, invece, li vuole giovani, promettenti e pure senza nessuna esperienza in Italia e poca in Europa. Kim Min-jae era arrivato per giocare la Champions dopo appena una stagione in Europa in Turchia in cui aveva collezionato appena otto presenze tra Europa e Conference League. 

 

 

Lo stesso discorso vale per Natan: arriva dal Brasile dove ha collezionato appena 31 gettoni tra Libertadores e Copa Sudamericana con il Bragantino, rispettivamente le nostre Champions ed Europa League.

I due sono anche accomunati dal fisico: Kim supera di appena due centimetri (190) Natan (188) ma entrambi sono da considerarsi anche come dei “velocisti” nonostante una prestanza fisica importante. Un altro dato, stavolta identico, è il numero di gol segnati in carriera: prima della Serie A erano fermi a quattro reti. L’obiettivo è comunque lo stesso per tutti gli innesti: valorizzarli e valorizzare Napoli (con vittorie e trofei) per poi ottenere fruttuose plusvalenze dal mercato come accaduto con Kim, venduto al Bayern per 50 milioni.

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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