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Che fine hanno fatto i giocatori dell’ultimo Napoli di Mazzarri?

È il maggio del 2013. Dopo quasi quattro stagioni insieme, il Napoli e Walter Mazzarri stanno per salutarsi. È stata una corsa avvincente: il ritorno in Champions League del club azzurro, una novità per la gestione De Laurentiis ripartita dai bassifondi, tanti calciatori lanciati nel calcio mondiale, ma soprattutto il ritorno alla vittoria di un trofeo. Un anno prima, gli azzurri avevano battuto l’eterna rivale Juventus a Roma conquistando la Coppa Italia. Per De Laurentiis ne arriveranno altre due successivamente (2014 e 2020) ma forse nessuna vittoria sarà come quella del 2012.

Napoli, che fine hanno fatto i calciatori dell’ultima squadra di Mazzarri?

Ma che fine hanno fatto i calciatori dell’ultimo Napoli di Mazzarri? Il toscano è pronto a rilanciare il progetto azzurro, cambiato dieci anni più tardi: oggi l’eredità è lo scudetto appena conquistato, ma da costruire c’è una stagione che è già da rilanciare dopo cinque mesi con Rudi Garcia. Nel maggio 2013 si è vista l’ultima versione “mazzarriana” del Napoli: oggi, dieci anni più tardi, un solo calciatore di quell’undici titolare – sconfitto 2-1 a Roma dai giallorossi nell’ultima di campionato – è ancora in attività. Simbolo nel 2013 come oggi: Edinson Cavani ha lasciato l’Europa da poco per sposare il progetto Boca Juniors in Argentina. Il Matador è stato simbolo degli anni di Mazzarri a Napoli: oltre 100 reti in tre stagioni prima di partire per il PSG.

 

Tutti gli altri azzurri hanno già smesso. Da più o meno tempo. In difesa si giocava a tre: Rosati è passato dai pali allo staff tecnico della Fiorentina, Rolando e Britos hanno chiuso la carriera dopo le esperienze in Inghilterra e Portogallo senza troppo successo. Il portoghese era passato anche da Inter, Porto e Marsiglia. C’era anche Paolo Cannavaro con la fascia al braccio: domenica era allo stadio da spettatore per Napoli-Empoli, col fratello Fabio è sembrato anche in lizza per il dopo Garcia, ma il ritorno dei Cannavaro in città deve ancora attendere.

 

Nel 3-5-2 mazzarriano, la mediana era il vero punto chiave. E quella napoletana era tutta svizzera: il giramondo Dzemaili, diventato uno dei simboli anche del Bologna negli anni successivi, si è ritirato dopo le esperienze tra Cina, Mls, Turchia, Svizzera, mentre Behrami oggi fa il commentatore in tv, lontano dai campi ormai da anni. A destra Christian Maggio, che ha chiuso la carriera restando napoletano d’adozione. Oggi è nello staff delle nazionali minori, studia da allenatore, porta sempre Napoli nel cuore e si fa vedere tra i tifosi in città. Più difficile la traiettoria di Zuniga: il colombiano  falcidiato dagli infortuni proverà a tornare calciatore in patria con il Nacional ma già prima del covid aveva di fatto chiuso la sua carriera. 

 

E in attacco? Insieme a Cavani, due pezzi pregiati. Il primo è Marek Hamsik, uno dei punti forti di quel Napoli di Mazzarri. Lo slovacco ha lasciato l’azzurro solo nel 2019 dopo esserne diventato un simbolo, ha giocato in Cina, in Svezia, poi in Turchia. Si è ritirato lo scorso anno e oggi studia da allenatore con la sua nazionale. Accanto a lui si muoveva Goran Pandev, ritirato all’alba dei 40 anni dopo gli anni al Genoa e al Parma.

Gennaro Arpaia

Nato a Napoli giusto in tempo per salutare Maradona. Il calcio non è stato il primo amore perché alle partitelle tra amici non venivo mai scelto a causa della mia non-classe innata. L'idea fu quella di ritagliarsi uno spazio alternativo, provando a raccontarle. E dopo qualche anno ne ho raccontate tante in giro qua e là. Amo lo sport, le sue storie, gli occhi di chi lo ama. Con Gianlucadimarzio.com dal 2019.

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