Lorenzo Insigne è cresciuto con il
pallone tra i piedi e con “un sogno nel cuore”. Lo stesso che,
nei minuti finali di Napoli-Liverpool, gli cantavano i suoi tifosi.
Al termine di una notte magica, con le emozioni e il sottofondo della
Champions League. Il cuore di un popolo che batte allo stesso ritmo,
con quello ‘scugnizzo’ con la numero 24 a fare da “Masaniello”
difronte ai vice-campioni d’Europa.
Napoli vince. Napoli festeggia. Napoli
si regala una notte da sogno per iniziare la scalata verso l’impresa
nel girone infernale con Liverpool e PSG. E lo fa trascinata
dall’uomo che, in questo momento, meglio la rappresenta: Lorenzo
Insigne.
Che probabilmente una partita così
l’avrà sognata tante volte nella sua infanzia. Da quando giocava e
correva sui campetti di Frattamaggiore a quando, a 15 anni, iniziava
la sua trafila nelle giovanili del Napoli. Era ‘un nanetto’ dal piede
d’oro, con la voglia di sfondare.
Oggi Lorenzo Insigne gioca e parla da
leader. “Non mi manca molto per diventare una stella europea”. In
questa notte di Champions League, probabilmente, è arrivata la sua
consacrazione anche fuori dai confini dell’Italia. Decisivo anche in
Europa, contro il Liverpool di Salah, Firmino e Mané.
L’urlo di Lorenzo Insigne al 90′ è
quello di una Napoli che sogna e che ora guarda tutti dall’alto verso
il basso nel girone della morte. Primo con il rimpianto, per quei due
punti persi a Belgrado. Ma con la consapevolezza di potersela
giocare, di poter compiere l’impresa contro Liverpool e PSG. “E’ un
girone tosto, lo sappiamo. Ma vogliamo rispondere presente ad ogni
partita e mettere in difficoltà tutti”.
Convinzione. La stessa che gli ha
permesso di dribblare, oltre gli avversari, anche qualche critica.
Arrivata, ad esempio, dopo la partita di Torino contro la Juventus,
dove Insigne non ha fatto la sua miglior prestazione. “Ma fa parte
del gioco, io penso a migliorare e a rispondere sul campo”. Lo ha
fatto alla grande contro il Liverpool, con una prova di spessore ed
un gol che vale oro.
Insigne contro Klopp, ancora una volta.
“All’esordio in Champions League gli feci un gran gol, spero di
riuscire a ripetermi”. Detto, fatto. E’ stato buon profeta Lorenzo
Insigne, che proprio in una partita contro l’allenatore tedesco si
presentò in Europa. Era il Napoli di Benitez contro il Borussia
Dortmund di Jurgen Klopp: Lorenzo Insigne illuminò il San Paolo con
una stella da calcio di punizione, raddoppiando il vantaggio iniziale
di Higuain (la partita finì 2-1 dopo l’autogol di Zuniga nel
finale).
Cambia l’avversario, ma non il
risultato. Il Napoli vince ancora con una rete di Lorenzo Insigne,
proprio in quella stessa porta dove tutto cominciò. In
quell’occasione vestì i panni di numero 10, questa volta invece ha
deciso la gara con un gesto da centravanti puro. Un gol non
spettacolare come quello segnato al Borussia Dortmund, ma
pesantissimo.
Anche cinque anni fa il Napoli fu
inserito in un girone di ferro, con i tedeschi e l’Arsenal. Finì con
l’eliminazione nonostante i 12 punti e le lacrime di Higuain al
termine dell’ultima partita vinta al San Paolo contro gli inglesi. La
speranza di Insigne e dei napoletani è che invece quest’anno il
risultato sia diverso.
Il Napoli ritorna grande anche in
Europa, in una di quelle notti “belle da vivere”. Quello che
piacciono di più a Carlo Ancelotti, ‘mister Champions’ per
eccellenza. Perché lui sa come si fa. Sorprende tutti schierando
Maksimovic e non Hysaj, presentando un Napoli camaleontico come da
tempo non si vedeva: difesa a 4 in fase di non possesso, a 3 invece
quando si attacca.
Gli azzurri sono padroni del campo dal
primo minuto fino al termine della partita. E, nonostante il gol non
arrivi, danno sempre l’impressione di poterla vincere. Ancelotti lo
sa e non ha paura di rischiare le quattro punte nel momento decisivo,
inserendo anche Verdi e Mertens oltre a Callejon e Insigne.
Come si dice? La fortuna aiuta gli
audaci? Ancelotti lo è stato ed ha vinto. Grazie al cuore di Napoli
e a Lorenzo Insigne, capo popolo azzurro ora anche nelle magiche
notti di Champions League.
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