Dalle parole di Mamuka Jugeli a quelle di Antonio Conte: il film degli ultimi mesi di Kvaratskhelia a Napoli
«Addà passà ‘a nuttata» sottolineava Edoardo De Filippo in Napoli Milionaria. È lo stato d’animo che nelle ultime ore accomuna tutti i tifosi del Napoli. Un filo invisibile che tiene sull’attenti un’intera città. Prima Osimhen direzione Galatasaray, ora Kvaratskhelia. In poco meno di un anno, Partenope si prepara a perdere l’altro eroe dell’ultimo Scudetto. Il fascino di Parigi è un richiamo forte per chi sogna di veder le stelle. Ma la rottura tra il georgiano e il Napoli nasce da più lontano. E le parole di Antonio Conte sono solo la chiusura di un cerchio iniziato prima dell’Europeo.
È estate. Il mondo del calcio ha i riflettori rivolti verso l’Europeo. Sarà il primo per l’ex Rubin Kazan con la sua Georgia. Ma sono le parole di Mamuka Jugeli, agente di Kvaratskhelia, e Badri Kvaratskhelia, il padre, a svegliare il Napoli. «Non voglio che la gente pensi che Kvara voglia restare a Napoli. Noi vogliamo andarcene» sottolinea il procuratore. «Non voglio che resti a Napoli, l’anno scorso sono cambiati tre allenatori ed è difficile giocare in una situazione del genere» conferma il secondo. Sono i primi scricchiolii di una storia bella, bellissima, ma dal futuro incerto.
La risposta del Napoli alle parole di Badri e Mamuka Jugeli non si fa attendere. Con un comunicato via X, gli azzurri mostrano di avere le idee chiare: «In riferimento alle dichiarazioni dell’agente di Kvaratskhelia, Mamuka Jugeli, e del padre Badri, il Calcio Napoli ribadisce che il giocatore ha un contratto di altri tre anni con la società. Kvaratskhelia non è sul mercato. Non sono gli agenti o i padri che decidono del futuro di un calciatore sotto contratto con il Napoli ma la società Calcio Napoli!!! Fine della storia».
È il 26 giugno quando il Napoli nella magnifica cornice del Palazzo Reale presenta al mondo intero Antonio Conte. È lui che propone ai presenti e non il Napoli che verrà.
Squadra forte, «inca**ata» e con Kvaratskhelia al centro del progetto: «Io sono stato molto chiaro col presidente: prima di parlare di aspetti economici ho voluto una sola rassicurazione, ovvero che avrei deciso io chi sarebbe rimasto e chi poteva prendere altre strade. Su questo sono stato categorico. Se parliamo di ricostruzione e diamo via i giocatori migliori, è un controsenso. Di Lorenzo, oltre a essere un giocatore top, lo considero una persona molto perbene e molto importante nello spogliatoio. E lo stesso dicasi per Kvara».
La sessione estiva di calciomercato regala al Napoli calciatori forti e già pronti per determinare. Uno di questi è Neres. Talento cristallino e forte nell’uno contro uno. Napoli se ne innamora fin dai primi giorni, lo stesso fa l’allenatore ex Chelsea. Prima lo plasma a sua immagine e somiglianza, poi non lo toglie più. La partita contro l’Udinese è l’immagine più nitida da consegnare ai tifosi del Napoli. Il brasiliano gioca al posto di Kvaratskhelia infortunato e in 85’ di gioco si prende maglia da titolare e fiducia della piazza.
È ottobre, si avvicina il mercato di riparazione e il Napoli di Antonio Conte sta superando le proprie aspettative. Sullo sfondo resta il rebus del futuro del georgiano: «I calciatori che sono con noi, rimarranno a Napoli finché lo desidereremo. Ci sono stati casi precedenti, non ce ne siamo mai fatti un problema. È importante rispettare il volere dei giocatori, che devono rispettare anche i nostri investimenti» aveva spiegato ai microfoni di Sky Sport Aurelio De Laurentiis quasi suonando il campanello d’allarme ai piedi del Vesuvio.
Kvaratskhelia non è più incedibile e sul mercato diventa calciatore da seguire attentamente. Lo fa il Paris Saint Germain seguendo la scia degli ultimi accordi con gli azzurri. Da Lavezzi a Fabián Ruiz, passando per Cavani. L’ultimo potrebbe essere proprio il fantasista georgiano. 80 milioni e senza contropartite: la risposta chiara e precisa del Napoli per salutare il classe ‘2001.
È la vigilia di Napoli-Verona, ma in città non si parla d’altro. Prima il futuro di Kvaratskhelia, poi il resto. Proprio come durante la conferenza di presentazione, ci pensa Antonio Conte a fare da guida: «Ha chiesto al club di essere ceduto. Sono deluso, mi sono reso conto che è stato un fulmine a ciel sereno e faccio un passo indietro. Non vorrei mai che un domani se dovesse rimanere pensasse che l’ho incatenato qui». Sono le ultime strofe di una bellissima canzone d’amore.
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