“Amma alluccà” urla in napoletano Rosario, Presidente del Club Napoli di New York, mentre in piedi sullo sgabello chiama a raccolta i tifosi azzurri accorsi a Ribalta, la casa del calcio italiano a New York, per seguire il “partitone” tra Napoli e Juventus. I fans azzurri iniziano a scandire cori ad alta voce, sempre più’ forte, come se le loro urla fossero in grado di raggiungere il San Paolo e unirsi a quelle dei 50 mila di Fuorigrotta. La partita e’ appena iniziata e tra scaramanzia e fiducia i duecento tifosi azzurri, raccolti all’interno del ristorante italiano di Union Square, sperano nella fuga di Natale della formazione di Sarri. Tra loro loro anche i tifosi juventini, che tra una pizza e una birra sognano un colpaccio per riaprire il campionato.
Squadre in campo e i primi fischi sono per Higuain, che anche dall’altra parte dell’Oceano non ha piu’ estimatori tra i fans napoletani: “Lo sapevo che avrebbe giocato” dice Marco con addosso la maglia numero 10 di Maradona. “Era solo pretattica quella della Juve”. Ad un passo c’e’ Vito, barese, manager del ristorante e tifoso bianconero “Sono il nemico in casa – afferma scherzando – Se il mio boss mi vede esultare mi licenzia. Non credo che ci sia comunque questa possibilità’. Quest’anno il Napoli e’ troppo forte. Prevedo un 2-0 per loro”.
Ma pronti via succede quello che nessun tifoso azzurro avrebbe voluto vedere. La mano di Higuain ruota nei pressi del suo orecchio, alla Luca Toni. L’argentino gela il San Paolo realizzando l’1-0 e Massimo di Varese, che vive a NYC ormai da un po’ di tempo, esulta piano, quasi senza farsi notare: “Che gol, non vedevo un’azione così da parte della Juve da un po’ di tempo”. Dall’altra parte della sala c’e’ anche Paco che serra i pugni e sorride “Sono di Crotone e tifo per i calabresi, ma il mio cuore è diviso anche con la Juve. Speriamo di riaprire il campionato. Un successo sarebbe troppo importante per noi”.
Il primo tempo scivola via con pochi sussulti. Al 30’ una doppia imprecazione napoletana accende la torcida newyorkese grazie al tiro di Insigne e al colpo di testa di Albiol. Patric, rappresentante di vini italiani a New York, si morde le mani “Dobbiamo trovare il pareggio il prima possibile”. La tensione sale e il tempo passa. Squadre negli spogliatoi e a Manhattan dopo la pizza si passa all’espresso prima di una boccata d’aria con i tifosi napoletani mischiati agli juventini a scambiarsi opinioni sulla gara. Matteo è doppiamente avvilito. “Non solo il Napoli sta perdendo, ma al fantacalcio ho Reina in campo e contro Higuain. Peggio di cosí non potrebbe andare”. Riparte la partita e per qualcuno e’ tempo di un limoncello. Ne approfittano gli juventini come Federico che butta giù un sorso, ma rischia di affogarsi. Insigne intanto lascia partire un diagonale che sfiora il palo “Che paura – dice – ce la siamo vista brutta”. Luca, invece, si mette le mani nei capelli “Oggi è giornata no” replica.
Gli ultimi minuti sono di ansia per entrambe le tifoserie. Napoletani e juventini in piedi di fronte al maxi schermo aspettando la fine. Al fischio di Orsato i tifosi azzurri non hanno nulla da dire se non ammettere la meritata vittoria della formazione di Allegri “E’ andata come andata – conclude Pasquale, chef di Ribalta” “Non si può’ recriminare su nulla – gli fa eco Rosario – La Juve ha fatto la partita che voleva fare e non c’e’ stato nessun errore arbitrale. Adesso speriamo solo che l’Inter non vinca”.
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