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Napoli-Juventus, atto II

Il bello viene ora. Perché tra le due sfide, la più attesa era la seconda. Quella che direttamente garantisce qualcosa di valore. La Juventus non è abituata a far selezione tra le competizioni, per il Napoli la Coppa Italia rappresenta l’unico trofeo realmente raggiungibile a questo punto della stagione. Un successo del genere, inoltre, consacrerebbe il lavoro di Maurizio Sarri, la cui squadra esprime un calcio divertente e piacevolissimo ma che sinora non ha arricchito la bacheca degli azzurri.

L’idea di ottenere l’accesso alla finale e al contempo di negarlo agli storici rivali, fomenta l’attesa intorno al secondo atto della contesa. L’affluenza al San Paolo sarà leggermente inferiore: dai 53 mila di domenica, si dovrebbe ridurre a poco più di 45 mila. Una cornice di pubblico, tuttavia, comunque importante, che i bianconeri dovranno fronteggiare nuovamente. Le occasioni prodotte nella partita di campionato hanno originato un cauto ottimismo per la rimonta: il Napoli, infatti, dovrà ribaltare il 3-1 dello Stadium per passare il turno. Cauto, dicevamo, e non potrebbe essere altrimenti, considerando le grandi doti della difesa della Juventus, tra i migliori reparti d’Europa. L’ambiente è comunque galvanizzato. Così come la squadra, anche i tifosi sembrano esaltarsi nelle situazioni di difficoltà, dove magari la pressione è maggiore e la caratura dell’avversario li esalta. Una dote che Sarri ha sempre riconosciuto ai suoi, poco abili nella gestione ma quasi perfetti se c’è uno sprone.

Nel copione dei sogni, potrebbe essere la notte di Milik. Il polacco dovrebbe riprendere il suo posto al centro dell’attacco, per dare quella fisicità al tridente che tanto è mancata domenica sera. Si troverà di fronte, per un duello a distanza, Gonzalo Higuain, l’uomo di cui ha raccolto oneri ed onori. Ancora una volta, il Pipita dovrà reggere l’avversione di tutti i presenti di Fuorigrotta, che nella precedente occasione l’hanno preso di mira con fischi e cori. Non sono serviti i tentativi pubblici di seppellire l’ascia di guerra. Una situazione ostica anche per un campione come lui, che adesso cerca il gol alla sua ex squadra che non ha trovato due giorni fa. Dunque, quella paventata indifferenza non è stata del tutto tale. Certo, nessuno striscione. E forse sarebbe parso francamente eccessivo. Ma la ferita è ancora fresca.

Sarà una partita diversa, ovviamente. Le prerogative sono molto dissimili: la Juventus in campionato ha un vantaggio comodo da gestire, quello ottenuto in Coppa Italia si riduce soltanto a due reti, che il Napoli ha dimostrato di poter sopperire. Contro il Real Madrid, infatti, soltanto il palo ha impedito a Mertens di siglare anche la rete che avrebbe permesso agli azzurri di essere momentaneamente qualificati. Scatterà, dunque, a breve l’operazione rimonta. Perché, se il pareggio in Serie A non ha scontentato nessuna delle due, domani ci sarà in palio qualcosa di molto più concreto. La città vuole veder tradotto in atto ciò che la squadra offre in potenza. Vuole vincere, insomma, se possibile a scapito dei rivali.

Salvatore Malfitano

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