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La cabala di Italiano: Napoli, il numero 3 e la voglia d’Europa

La cabala di Vincenzo Italiano, in qualche modo, fa rima con Napoli. L’ennesima partita da dieci in pagella della sua Fiorentina in questa stagione: una squadra capace di mettere paura a tutte le big e di segnare 3 gol in casa della squadra con la difesa migliore d’Italia. Almeno prima del calcio d’inizio. 

Lo aveva detto ieri il collega Spalletti: “Sono venuti in Coppa Italia e ce ne hanno fatti cinque”, l’avvertimento di un toscano doc. Ci aveva visto giusto: quattro tiri e tre gol, una viola spietata, cinica, disarmante come il suo attacco, figlio delle scelte azzeccate di Italiano: Nico Gonzalez cambia lato ma non il piede e la magia di quel mancino, Ikone premia la scelta di mandarlo in campo, Cabral segna il gol più bello della giornata al Maradona, uno stadio pieno di oltre 50mila napoletani tutti zittiti dal tris perentorio e doloroso della squadra avversaria.

ITALIANO E NAPOLI, QUEL DESTINO CHE PORTA BENE: TRIS AL MARADONA

La cabala di Italiano dice tre: come i gol segnati oggi a Napoli e come le vittorie a Fuorigrotta nelle ultime due stagioni. Si era tolto lo sfizio un anno fa con lo Spezia sorprendendo tutti, aveva eliminato gli azzurri in Coppa Italia a inizio 2022, oggi prova a spegnere i sogni scudetto della squadra di Luciano Spalletti che sperava di poter rincorrere il Milan e invece ora si dovrà accontentare di non farsi superare dall’Inter. 

Napoli è nel destino dell’allenatore viola: la scorsa estate, dopo l’addio di Gattuso, il suo era uno dei nomi che più piacevano allo staff azzurro, alla ricerca del nuovo condottiero. Poi arrivò Spalletti e l’addio precoce di Ringhio a Firenze gli aveva aperto le porte. La Fiorentina vista in questo 2021/22 è a sua immagine e somiglianza, una squadra che a gennaio ha perso l’attaccante principe della Serie A e non ha battuto ciglio: prima si affida a Piatek, poi a Cabral, non perde mai la sua idea di gioco e soprattutto è vigile ai limiti della zona europea. La qualificazione in Europa sarebbe la ciliegina sulla torta: per esportare “l’Italiano” anche fuori dai confini della Serie A.

Gennaro Arpaia

Nato a Napoli giusto in tempo per salutare Maradona. Il calcio non è stato il primo amore perché alle partitelle tra amici non venivo mai scelto a causa della mia non-classe innata. L'idea fu quella di ritagliarsi uno spazio alternativo, provando a raccontarle. E dopo qualche anno ne ho raccontate tante in giro qua e là. Amo lo sport, le sue storie, gli occhi di chi lo ama. Con Gianlucadimarzio.com dal 2019.

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