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La benedizione di Terim, il “no” alla Turchia: Elmas, un giovane predestinato

Una storia su Instagram per salutare il Fenerbahce e prendersi Napoli. Nell’epoca dei social, gli addii si consumano così: ringraziamenti e like, prima ancora di ufficialità e comunicati, mentre dietro il vetro di una macchina si allontana dalla TurchiaElif Elmas lo volevano tutti, alla fine l’ha spuntata Ancelotti. Viveva in affitto a Istanbul: ha lasciato il suo appartamento per raggiungere Dimaro, dove De Laurentiis lo aspetta a braccia aperte, convinto di avere fra le mani un autentico affare. 

Classe 1999, 20 anni da compiere il prossimo settembre e una stagione da incorniciare con i gialloblù. Non inganni il sesto posto in classifica, perché con 29 presenze e 4 reti, il centrocampista macedone ha stregato gli osservatori e fatto lievitare il costo del suo cartellino. Era stato acquistato per 180mila euro, ora parte a 16 milioni più bonus. Cifre importanti per il calciatore più giovane, appena 17 anni, ad aver esordito con la Nazionale maggiore balcanica. Eppure la carriera, per via delle origini turche, avrebbe potuto incanalarsi su binari totalmente differenti. 

Il pressing asfissiante della Federazione turca, la benedizione dell’imperatore Fatih Terim: apprezzabile, inutile. Un 'No' categorico sul quale ha influito, c’è da giurarci, l’ombra di Goran Pandev: idolo d’infanzia, modello a cui ispirarsi. Elmas è un destro naturale e in Turchia ha fatto il Jolly: esterno d’attacco, mezz’ala nel centrocampo a tre, all’occorrenza mediano. Versatilità, spirito di sacrificio e grande disponibilità, anche se il ruolo prediletto rimane il trequartista. Indiscusse qualità da numero dieci si abbinano a un fisico di oltre un metro e ottanta, garantendo un ottimo numero di palloni recuperati. 

Consapevole della propria forza, talvolta appare lezioso nelle giocate. L’età glielo consente e Ancelotti è il maestro perfetto per smussare gli angoli di un talento cristallino. La personalità abbonda e il gol nel derby dello scorso 14 aprile contro il Galatasaray è il biglietto da visita migliore a chi obietta che a certi livelli le gambe potrebbero tremare. 

Konyaspor, Kasimpasa e Antalyaspor le altre vittime di un’annata, l’ultima, in cui, inevitabile e fisiologica, è giunta la consacrazione. In mezzo la doppietta alla Lettonia, avversario sulla strada di Euro2020, per confermare con la maglia della Macedonia quanto di buono esibito in Super Lig.

Sette anni nelle giovanili della Stella Rossa, gli esordi al Rabotnički e una parentesi in Olanda, interrotta nell’ottobre 2017 a causa di una serie d’intoppi burocratici. In curriculum ci sono già oltre cento partite tra i professionisti, tra queste senza dubbio emergono le undici con la macedonia –esordio con la Spagna nel 2017- e le nove tra preliminari di Champions ed Europa League. Abituato anche a casa a respirare calcio, è legatissimo a una famiglia da cui raramente si separa. Suo cugino Muhammad promette bene nel Forza Vardar, piccola squadra giovanile gestita dalla leggenda locale Jovica Dzipunov: la stessa in cui Elmas ha mosso i primi passi.

Il padre è la stella da seguire, ne ha curato a lungo gli interessi ed è risultato fondamentale nella scelta di Napoli. Lemuri e tigri, animali non proprio di compagnia con cui spiccano le foto su Instagram, difficilmente li troverà ai piedi del Vesuvio. Ci sarà il campo, comunque, e una nuova sfida per scacciare la nostalgia.

A cura d Nanni Sofia

Redazione

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