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Napoli, Spalletti: “Dobbiamo stare sul pezzo. È titolare anche chi gioca 10 minuti”

Sei vittorie su sei, 18 punti su 18.

Punteggio pieno: il Napoli vola solitario in testa alla classifica. Lo fa grazie ai soliti Victor Osimhen e Lorenzo Insigne, autori dei due gol che hanno steso il Cagliari. Vuole tenere i piedi per terra, però, Luciano Spalletti: “Imbattuti? No, abbiamo già perso col Benevento, sappiamo cosa vuol dire perdere: ogni partita con la maglia col Napoli è ufficiale. Dobbiamo migliorare sulla trequarti: abbiamo qualità per andare a chiudere le partite come quelle di oggi in cui si arriva al limite dell’area. Dobbiamo andare a crearci lo spazio”. 

“Bisogna stare sul pezzo. Anguissa forte e intelligente”

“Abbiamo fatto una buona partita senza mai andare in affanno. Se l’avessimo chiusa prima sarebbe stato meglio, perché poi le partite si sa come vanno. La gente si aspetta tanto, poi quando prendi un tiro in porta o un gol bisogna vedere come si reagisce: bisogna stare sul pezzo, essere coscienti di quello che siamo e dove si vuole andare. Ci sono squadre che devono entrare ancora a regime e può darsi che facciano tanti punti quanti noi ora” ha proseguito Spalletti.

Anguissa completa una squadra che fisicamente era un po’ carente. È un calciatore che oltre al suo apporto sul campo, parla anche di quello che succedeva intorno a lui negli spogliatoi, si informa su come si muove la squadra avversaria. È una persona intelligente, un giocatore forte, un ragazzo tenerissimo. Ha fatto subito amicizia con tutto il gruppo”.

Spalletti ha commentato anche le gerarchie nella rosa del Napoli: Chi non si sente titolare a entrare nel secondo tempo, non può giocare titolare neanche dall’inizio, perché ha una personalità rivolta a sé stesso e non può giocare in un contesto di squadra. Per poter ambire ad entrare in Champions deve essere una qualità diffusa nello spogliatoio: se uno non lo capisce bisogna farglielo capire. Si è titolari anche del secondo tempo, titolari di 10 minuti: è così che si cambia la partita. Questo è il comportamento da avere. Quando giochi ogni 2 giorni e mezzo come noi ci vogliono i calciatori che si sono allenati bene. Non chi ha la puzza sotto il naso perché non ha giocato dall’inizio”. 

“I 2 anni di stop? Sono stato un giocatore scarso e un allenatore scarso, ma mi sono fatto il mazzo tutta la carriera: così ho battuto squadre e allenatore più forti. Questa è la strada: bisogna completare le proprie qualità con l’atteggiamento”.

Redazione

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