Proviamo a riavvolgere il nastro a sette anni e mezzo fa all’incirca, prendendo in esame due fattori in particolare: il Venezia e Luís Carlos Almeida da Cunha, più comunemente riconosciuto come Nani. Pensare a un possibile accostamento, allora, era pura utopia.
Questo per due ragioni in particolare: il club veneziano militava nella vecchia Lega Pro, l’attuale Serie C, e l’esterno offensivo portoghese era una delle stelle del Manchester United. Due realtà che non avevano nulla in comune, insomma. A distanza di sette anni e mezzo, però, i due percorsi hanno subito un’evoluzione, realizzando ciò che fino a qualche anno fa era irrealizzabile.
Sette anni e mezzo fa, l’allora jolly offensivo dei Red Devils e della nazionale portoghese era un giocatore nel pieno della sua maturità calcistica. A 27 anni non faceva solo parte del nuovo ciclo post Ferguson, ma si apprestava anche a giocare il suo primo Mondiale con il Portogallo: quello disputato nel 2014, in Brasile, dove probabilmente Nani ha raggiunto l’apice della sua carriera. Senza preavviso, però, da lì cominciò la sua fase discendente.
Una fase che lo ha visto più volte vicino all’Italia: dalle voci di un interessamento della Juventus, nell’estate del primo arrivo di Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera, fino all’ipotesi Inter nei mesi successivi. Occasioni mancate, ma la possibilità di giocare in Serie A, alla fine, l’ha avuta lo stesso: approderà alla Lazio nel mercato estivo del 2017.
Questo passaggio è stato preceduto da altre tre tappe: il ritorno allo Sporting Lisbona, il trasferimento al Fenerbahçe e il prestito al Valencia. Parentesi in cui ha totalizzato 110 presenze e 29 reti. Numeri discreti per uno come lui, ma che hanno comunque convinto il club biancoceleste a dargli una chance, tentando il colpaccio di mercato.
A Roma si rivela essere un’alternativa di lusso, piuttosto che il giocatore visto allo United. Tale status certifica il suo “tramonto” graudale: sembra arrivato magari il momento di lasciare il calcio europeo e cercare una nuova esperienza in altri continenti.
Giusto il tempo di organizzare il proprio “sogno americano”: da febbraio 2019 fino al termine della passata stagione ha indossato la maglia dell’Orlando City, in MLS. Qui Nani ha avuto modo di deliziare il pubblico statunitense, spesso abituato a godere delle giocate dei vecchi campioni provenienti dall’Europa. Nel suo periodo negli USA totalizza 31 gol in 87 partite disputate.
Sette anni e mezzo dopo, la versione odierna di Nani è quella di un calciatore all’ultima, forse, chiamata nei top 5 campionati europei. Il portoghese del Manchester United è, per ovvi motivi anagrafici, un vecchio ma glorioso ricordo e la nazionale portoghese è un capitolo chiuso da ben quattro anni e mezzo.
Il funambolico jolly offensivo portoghese adesso ha 35 anni e vorrebbe provare a regalare (e a regalarsi), per quanto possibile, nuove emozioni in un campionato che forse lo ha bocciato troppo presto, e a una squadra al di fuori da quelli che erano i suoi radar fino a sette anni e mezzo fa: la Serie A adesso potrà ritrovarlo protagonista al “Pier Luigi Penzo”, casa del Venezia. Le due parti si regalano una grande chance a vicenda: tornare sotto le luci della ribalta insieme, realizzando qualcosa che, riavvolgendo il nastro a sette anni e mezzo fa, sembrava puro fantacalcio.
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