La
chiamavano la “strana coppia” perché non avevano mai giocato insieme. Errore. E
guai a rifarlo. Perché tra i due di strano c’è ben poco, somiglianze tante: stessa
qualità, stessa lingua, stessa metamorfosi tattica e di ruolo. Inaspettata. Ali
pure diventate punte, style of play cambiati all’improvviso. Quasi forzati. Uno col 7, l’altro
col 10. Punti in comune: qualità, fame, riscatto. Storie così: Felipe
Anderson è stato sei mesi fuori e adesso segna ancora nel 3-0 all’Udinese, terza rete stagionale
dopo il lungo stop di fine luglio. Maledetti muscoli. Maledetta sorte avversa.
Quella che in passato, tanto tempo fa, ha negato a Nani un’infanzia normale, da
bambino comune. Pochi sorrisi e pochi soldi, una famiglia segnata dalla crisi e dall’abbandono. Un “grazie” perpetuo alla Zia Antonia. Un pallone e una strada poi, pure un
lavoro: l’operaio insieme a suo fratello. Poi la svolta: a 14 anni chiama il
Real Massama e lui risponde “presente”. Non ha i soldi per iscriversi, i
vestiti sono contati e gli mancano i documento, ma la società risolve tutto e gli fornisce un passaporto. Un aiuto. E due
anni dopo lo manda allo Sporting Lisbona. Il resto è storia nota: lui, il
Manchester e la casa divisa con Ronaldo: “Ho vissuto con lui, mi ha insegnato a
vivere. La lingua, le regole di guida”. Praticamente tutto. Nani non parla inglese, fatica ad ambientarsi e odia il cibo d’oltremanica. Ha paura
perfino della casa: “Sembra stregata”. Ci mette un po’ a diventare Luis Nani, il
7 dai gol belli e il piede veloce. Inizia in sordina, ne esce da Campione d’Europa. Per aspera ad astra. Proprio come a Roma, dove ha preso casa in
centro e ha cominciato male: colpa sia dell’infortunio che del nuovo ruolo, seconda
punta. O centravanti. “Ora sto bene, voglio giocare”. Amen. Nani si è ambientato, gioca bene e segna pure, protagonista contro l’Udinese. La Lazio ha il quarto miglior attacco d’Europa, lui ha contribuito segnando 3 reti. Lazio terza da sola, in zona-Champions, 56 gol in 21 partite in Serie A. Tre di Nani, due di Felipe Anderson, che tra l’altro ha sfornato un assist proprio al portoghese. Il bello di essere simili, strana coppia a chi?
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