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Numeri, risultati, traguardi esclusivi, leadership e spinta popolare: tutti vogliono Nainggolan al Mondiale… tranne uno

Nemo propheta in patria. Nessuno
è profeta nella propria patria, ma per Radja Nainggolan questo detto
sembra valere ancora di più
.
Tanto importante, dominante e decisivo per la Roma, in Italia e in
Europa, quanto poco considerato dal ct del Belgio Roberto Martinez.
Leader e stella di una delle migliori quattro squadre d’Europa, ma
definito poche settimane fa dallo spagnolo “uno dei tanti
giocatori sotto osservazione per i Mondiali”.
Una
dichiarazione normale se si guarda al difficile ruolo del commissario
tecnico, obbligato a scegliere solo 23 giocatori per un intero
movimento calcistico. Ma allo stesso modo eccessivamente rigida, al
limite del punitivo, per un giocatore del livello di Nainggolan. E
sono i numeri a parlare. Statistiche e risultati forse volutamente
sconosciuti a Roberto Martinez.

La
poca simpatia del ct per Nainggolan è risaputa
,
non a caso la sua presenza al prossimo Mondiale è ancora in bilico.
Per tutto il biennio di qualificazione Martinez lo ha chiamato a
singhiozzo. Un momento era titolare del Belgio, due mesi dopo nemmeno
convocato. Una cecità
irrazionale di fronte a risultati e prestazioni del centrocampista
della Roma, diventata man mano un’ovvia questione personale
.
Le scelte tecniche devono rimanere esclusiva dell’allenatore, ma
l’utilizzo esclusivo di due pesi e due misure va oltre la questione
meritocratica.

Numeri
che raccontano un centrocampista da 17 gol e 8 assist negli ultimi 18
mesi, ma soprattutto un’importanza tattica fondamentale nella Roma, club tra i migliori quattro d’Europa. Mezz’ala del 4-3-3, centrocampista avanzato nel
4-2-3-1. Nelle ultime due partite trequartista puro nel 3-4-2-1 che
ha distrutto il Barcellona. Tre ruoli per un solo giocatore.
Versatilità oggettiva, leadership e carisma amati in Italia quanto
in Belgio. La standing ovation che gli ha riservato lo stadio Re
Baldovino di Bruxelles qualche settimana fa sono lo specchio della
situazione. Tutti vogliono
Nainggolan
, anche gli
stessi compagni – “deve giocare il Mondiale”,
l’endorsement di De Bruyne – Martinez ancora no: “Il
calcio e la popolarità vanno di pari passo.
Radja
gioca con il cuore
,
tuttavia, nelle convocazioni,
non
mi è permesso ascoltare la reazione del pubblico, sarebbe stupido
.
Devo fare la scelta giusta per la squadra”.

Un
ragionamento diventato, con gli ultimi risultati, anche incoerente.
Martinez si è spesso lamentato della mancanza
di competitività europea dei giocatori belgi
,
mai davvero in lotta per grandi traguardi. Protagonisti nei
rispettivi campionati, i big della Nazionale dei Diavoli Rossi spesso
mancano nel grande appuntamento della Champions League. Anche
quest’anno nessun campione belga è tra le migliori quattro squadre
d’Europa (ad esclusione di Mignolet, riserva nel Liverpool). Tutti
fuori, anche dall’Europa League, tranne Radja Nainggolan
.
Unico rappresentante ad alto livello di un intero movimento. Titolare
inamovibile della Roma, ma con una partecipazione al Mondiale ancora
in dubbio. Numeri, statistiche, spinta popolare, fiducia dei compagni e adesso anche risultati. Serve altro?

Marco Juric

Aspirante scriba, si avvicina al calcio giocato grazie alla chioma fluente di Giovanni Cervone. Folgorato dalla prima autobiografia di Roy Keane, non si innamora del Manchester United, ma del Nottingham Forest. Dopo i primi trent’anni di osservazione partecipante, ha deciso di passare gli altri trenta che gli rimangono a scriverne.

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