Juan Musso è uno dei volti nuovi dell’Atalanta, targata 2021-2022. Arrivato a Bergamo la scorsa estate per 20 milioni di euro dall’Udinese, l’argentino sta continuando la propria personale ascesa verso grandi livelli.
Intervistato da La Nación, Musso ha sofferma la propria attenzione su tre temi: il suo trasferimento in nerazzurro, l’essere campione del Sud America con l’Argentina, altro grande traguardo raggiunto, e il suo punto di vista su Messi.
Il club nerazzurro rappresenta per lui un grande salto di qualità. Quando era a Udine, questa era un’autentica bestia nera: “L’Atalanta è stato l’avversario che ho subito di più. Una volta ho preso 7 gol, poi 4, poi ancora 3…. Muriel mi ha segnato per otto volte in cinque partite. Non mi è successo con nessun’altra squadra. Quando ho scoperto che mi stava cercando, ero felice e ho detto al mio procuratore di prestare attenzione“.
Una volta che l’attenzione si è tramutata in affare vero e proprio, è arrivato il trasferimento per ben 20 milioni di euro. Una cifra che addossa grande responsabilità: “L’Atalanta non è un club che fa grandi acquisti. Già solo per questo è una grande responsabilità. Per quella cifra l’Atalanta avrebbe potuto scegliere qualcun altro e invece ha scelto me. Certo, ora le persone mi guardano molto di più e pretendono molto di più da me. Ed è giusto, è ciò che devono fare“.
Juan Musso si è laureato campione del Sud America nella spedizione relativa all’ultima Copa América, vinta in Brasile proprio contro gli acerrimi rivali verdeoro. Una vittoria arrivata dopo anni fatti di grandi squadre ma inconcludenti.
Ecco la sue sensazioni a riguardo: “L’Argentina ha perso due finali ai rigori, una finale mondiale ai supplementari e poi hanno decretato che quella vissuta era una generazione di fallimenti. Quella generazione ci ha tenuti nell’élite per diversi anni e questo è già un successo. Giudicare tutto dall’esito di una giocata, quando hai anche il meglio del meglio davanti mi sembra ridicolo“.
A proposito di Argentina, è impossibile evitare l’argomento Messi. Per Musso: “Messi è un leader. Se Messi, che è unico, si sforza, tutti gli altri devono seguirlo. A volte va bene arrabbiarsi e persino litigare, ma guidare non è urlare o dire cosa fare. Il leader mostra la strada, e con il suo stile, fa salire di livello il gruppo. Gli vedi fare uno sforzo e sai che devi fare uno sforzo anche tu. Migliori tu, migliorano tutti, migliora la squadra“.
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