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Mundial ’82, la FIGC prova a salvare parte dell’aereo DC9. Causio: “Vi racconto di quando ho battuto Pertini a scopone…”

DC9: non sono le iniziali con il numero di maglia di un campione attuale, abitudine radicata nell’attuale mondo del calcio, ma è l’aereo simbolo del mondiale ’82. Quello che riportò a Roma la Nazionale Italiana dopo il trionfo in Spagna, quello ancor più celebre per la storica partita a scopone tra Zoff, Causio, Bearzot e Pertini, simboli, personaggi, uomini copertina di quell’epoca e di quella squadra, vittoriosa in finale sulla Germania per 3-1.

Acquistato nel ’74, inutilizzato dal 2009, quello stesso aereo sta per essere demolito ma una parte potrebbe essere “salvata” grazie ad un accordo tra Alitalia e Federcalcio. Impossibile frantumare un pezzo di storia senza rimpianti, impossibile non salvaguardarne neppure un angolo, impossibile restare indifferenti ad un simbolo che ancora oggi è attuale e lo sarà anche per le generazioni future: “Personalmente cado dalle nuvole, se mi vogliono mandare a casa il tavolino con le quattro poltroncine le accetto volentieri”. Franco Causio, classe ’49, il “barone” protagonista di quello scopone e di quel mondiale, usa l’arma dell’ironia per affrontare con velata leggerezza un argomento che lo riguarda da vicino. Non potrebbe essere altrimenti: “Che posso dire? Sarebbe un peccato rottamarlo, un’ingiustizia. La Federazione deve intervenire, penso sia giusto conservarne anche solo un piccolo ricordo materiale. Avessi i soldi per comprarlo…”. L’idea di recuperare alcuni resti da inserire all’interno del museo Figc a Coverciano dedicato alla Nazionale è ancora viva ed è ipotesi concreta che in molti si augurano possa diventare presto ufficiale.

D’altronde quel giorno, rientrando a casa, bastò un semplice scatto a renderne celebre e ancor più vivo il ricordo: la pipa di Bearzot, la coppa sul tavolo, gli occhiali di Pertini e la sensazione d’ansia che ti assale ugualmente, anche per una semplice partita di carte tra amici, anche dopo aver vinto un mondiale ed essere entrati di diritto nella storia. “Quell’immagine è il simbolo del mondiale – spiega Causio, autore del libro “Vincere è l’unica cosa che conta” in cui è presente anche il ricordo di quel mondiale -. Il presidente Pertini ci vide giocare e ci chiese di sfidarlo con Zoff. Fui ben lieto di accettare e di batterlo. È un ricordo indelebile ed è un peccato che due persone come Pertini e Bearzot non ci siano più, ma resteranno figure importantissime per la storia dell’Italia”. Come l’aereo DC9.

 A cura di Fabio Tarantino – @FabTarantino_19

Redazione

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