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Munari, il “vecchietto” del Parma con un sogno azzurro: “Promozione in A e un figlio maschio”

L’autoironia conta e alle volte può fare anche la differenza. Prendiamo Gianni Munari, centrocampista del Parma e autore di un gol nel 4-0 di sabato scorso contro l’Ascoli. “Sì, però diciamolo che quel gol lo poteva segnare chiunque – racconta a gianlucadimarzio.com – perché ero a porta vuota”. Ride, scherza e sa bene che in certi casi non bisogna mai prendersi troppo sul serio. Lo ha imparato in questo anno di Parma, ovvero quando ha deciso di lasciare la serie A (conquistata l’anno prima con il Cagliari) per scendere in serie C. “Mi interessava il progetto e poi a Parma ero già stato e sapevo che avrei trovato una situazione ottimale”.

Della squadra è uno dei senatori. E anche su questo aspetto ci scherza senza problemi. “Possiamo tranquillamente dire che sono un ‘vecchietto’”. Il buon umore non è solo frutto di una posizione in classifica così invitante, ma anche di un gruppo che anche grazie a Munari fa dell’armonia e dell’entusiasmo la sua ricetta vincete. “Abbiamo un grande gruppo nello spogliatoio, merito del nostro capitano che riesce sempre a tenere alto il morale di tutti”. Come? Scherzi, risate e prese in giro architettati tutti da Alessandro Lucarelli. “Ma senza mai esagerare. Ale è un grande: ci conosciamo da anni ed è un mattacchione. Lui è il leader, poi ci siamo Calaiò ed io che gli facciamo da partner”. Come ad esempio quando c’è da accogliere un nuovo arrivato. “E’ sempre Alessandro a organizzare qualcosa. A tavola siamo seduti accanto e mi coinvolge in tutto. Ne prendiamo uno di mira e scherziamo. Sono cose fondamentali per vincere”.

A proposito di vittorie, Munari è uno specialista in promozioni. “Ho vinto 5 campionati di serie B e per questo mi considerano un po’ un talismano”. Ma essere il ‘vecchietto’ del gruppo vuol dire anche essere un punto di riferimento per i giovani. “Ti responsabilizza perché sai che ti guardano e ti ascoltano tutti”. Di sicuro non alla Play Station. “Mai giocato in vita mia. Noi siamo legati alle buone e vecchie carte, anche se negli ultimi tempi abbiamo un po’ lasciato”.

Se nello spogliatoio del Parma Gianni è uno dei leader, a casa Munari il telecomando è un’esclusiva di sua moglie Ilaria. “Mi costringe a vedere X Factor, e allora io ne approfitto e gioco tutto il tempo con mia figlia”. Da quando è nata la piccola Lara è lei la vera distrazione extracalcistica del papà, ma l’ultimo gol – primo in stagione per Gianni – non lo ha visto neanche in tv. “In realtà non mi seguono molto perché è ancora piccolina. Se avessi un maschietto sarebbe tutto più facile”. Ecco, l’auguro per il prossimo anno è una bella promozione in serie A con il Parma e un figlio maschio con il quale condividere anche la passione per il calcio. Al di là di questo, però, Lara è il vero amore di Gianni Munari che ne parla con un trasporto davvero emozionate. “E’ tutto merito della mia esperienza a Lecce”, aggiunge con un sorriso. “Sono stati quattro anni e mezzo bellissimi che mi hanno dato la possibilità di conoscere Ilaria e di diventare suo marito”. E se dal punto di vista emotivo il Salento resta in pole position, da quello calcistico non dimentica l’esperienza vissuta in Premier League con la maglia del Watford. “Un’avventura bellissima che e tutti dovrebbero provare. In Inghilterra e in particolare a Londra c’è una cultura per il calcio fantastica, gli stadi sempre pieni e un grande entusiasmo”.

Entusiasmo come quello che adesso c’è a Parma. “Giocare al Tardini ti da una grande spinta perché i nostri tifosi sono davvero fantastici. Sappiamo che la promozione è difficile, ci sono squadre più attrezzate della nostra, ma regalare loro questa gioia sarebbe davvero bellissimo”. Una gioia da festeggiare con il sorriso, come piace a Gianni Munari. E perché no, anche con un fiocco azzurro da esporre alla porta di casa.

Credit foto: Parma Calcio 1913

Bruno Majorano

Laureato in giurisprudenza ma più o meno giornalista sportivo. Perché al diritto penale preferisco quello di Djokovic. Perché alle sanzioni civili preferisco quelle del giudice sportivo. Perché basta che in campo ce ne siano 22 e tutto il resto viene dopo. Pubblicista dal 2010, professionista dal 2013 e “calcista" dal 1988. Se volete sapere qualcos'altro su di me seguite quello scrivo. Non sempre ho ragione, ma provo a raccontare la verità. Provo a farvi guardare il mondo del calcio dal un'altra prospettiva: con i miei occhi, nonostante i quasi 9 gradi di miopia, ma con un paio di lenti a contatto e all’occorrenza anche un paio di occhiali di sole. Ho sentito dire che “Scrivere è sempre meglio che lavorare…”, aggiungo che scegliere come hobby il proprio lavoro è la cosa più gratificante che si possa fare nella vita. Per gianlucadimarzio.com mi trovate un po' ovunque. Ah, un avviso ai naviganti: non prendetemi troppo sul serio!

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