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Inter, Mourinho: “A Siena lo scudetto più difficile della mia carriera”

“Sulla chat del Triplete sono il più attivo perché non sto lavorando, ho sempre tempo. Qualcuno allena, qualcuno fa l’assistente, qualcuno è in vacanza, ma con la chat è come se fossimo sempre assieme”. Così parla Mourinho, intervenuto ai microfoni di DAZN, riguardo alla sua esperienza interista che ha portato grandi emozioni e soddisfazioni al popolo nerazzurro. Mou svela il retroscena di un'espressione che lo ha reso ancora più "special" agli occhi della Milano nerazzurra (non sono un pirla): "L’idea era nata perché avevo un prof di italiano che mi spiegava anche i modi di dire particolari, l’espressioni da utilizzare a Milano, e da qui è nato il 'pirla'", ricorda il portoghese quando gli chiedono della sua presentazione storica ad Appiano Gentile.

L'intervista è principalmente un pretesto per tuffarsi nei ricordi e nei giorni passati insieme ai suoi calciatori e al suo staff. Mou ripercorre quei concitati momenti prima della vittoria dello scudetto a Siena: " Fu il giorno più difficile della mia vita per vincere un campionato. Una settimana dopo avevamo la finale di Champions, faceva caldissimo. I giocatori erano poco concentrati e la Roma stava già vincendo. Io avevo sempre sempre detto che prima o poi mi sarebbe piaciuto vincere uno scudetto all’ultima giornata, quel giorno lì mi sono ricreduto”.

L'ex allenatore del Manchester United afferma che la sua prossima panchina non sarà in Premier, ma poi si getta nuovamente nel passato ripercorrendo la cavalcata trionfale verso la finale di Champions a Madrid, poi vinta contro il Bayern Monaco. Di questa impresa, Mou evidenzia il discorso fatto ai giocatori prima della semifinale d'andata contro il Barcellona: "Mi è uscito dal cuore, quando ho vinto la prima Champions mio figlio mi diceva che voleva vincere una Champions da poter ricordare per sempre e per molti giocatori era l’ultima occasione di vincerla, così ho trasmesso questa cosa a tutti i calciatori".

Lo Special One è rimasto nel cuore di ogni tifoso interista per l'impresa che è riuscito a compiere, ma la forte empatia è sicuramente reciproca: “L’Inter è una famiglia incredibile, mi ha fatto sentire felice ogni giorno, la connessione con i tifosi è il risultato dei risultati, se si vince si è felici assieme. Abbiamo creato una bella empatia. A Londra ci sono ancora interisti che mi fermano per strada e mi abbracciano. L’Italia è stato un habitat naturale per me: si vive il calcio 24 ore su 24. Quando vedo i colori dell’Inter, vedo i colori della mia famiglia” .

Redazione

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