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Motta: “Juve, dovevi darmi il tempo, ma non si può parlare di fallimento”

Juventus, Thiago Motta (IMAGO)Juventus, Thiago Motta (IMAGO)
Juventus, Thiago Motta (IMAGO)

L’ex allenatore della Juventus ha parlato per la prima volta dall’esonero in una lunga intervista

Juve, dovevi darmi il tempo”: ha esordito così Thiago Motta in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, la prima dopo l’esonero arrivato ormai quasi due settimane fa.

L’ex allenatore bianconero è tornato sulle tante cose che non sono andate, sui rapporti con i giocatori e soprattutto anche con Giuntoli, smentendo le tante voci uscite negli ultimi giorni. Ha ammesso però, anche, che molte scelte non le avrebbe ripetute.

Prima di tutto, Motta ha dichiarato: “È difficile fare un’analisi, essendo così vicini a quello che è successo. Sicuramente sono deluso perché non è andata come speravamo, soprattutto in Coppa Italia e Champions. Però non sono d’accordo quando sento parlare di fallimento: il nostro lavoro è stato interrotto quando eravamo a un punto dal quarto posto in classifica che era, a inizio stagione, l’obiettivo prioritario. Quando ho accettato questo incarico, con grande entusiasmo, sapevo che sarebbe stato un progetto triennale, fondato su una profonda rivoluzione della squadra, sul suo radicale ringiovanimento. So benissimo che, in squadre del livello della Juve, bisogna vincere“.

Tante cose abbiamo fatto bene, tante altre le cambierei, di sicuro. Ho sempre analizzato quello che si è fatto male, ma anche dopo una vittoria penso che si possa cambiare qualcosa, una strategia di gioco, una sostituzione, una scelta, un titolare. Non è che quando si vince è tutto perfetto. Tante cose rifarei, tante cose cambierei“.

Le parole di Thiago Motta dopo l’esonero alla Juventus

Motta ha parlato poi della decisione della società di esonerarlo: “Nelle ultime due partite abbiamo giocato male e quindi certamente cambierei le mie scelte. Nessuno che non sia arrogante nega i propri errori. Ma non accetto che si butti via tutto il lavoro fatto. Una squadra tutta nuova, falcidiata dagli infortuni, stava per raggiungere l’obiettivo prefissato. Ma io ho accettato la scelta della società e spero il bene per la Juve“.

Nei giorni scorsi sono stati resi noti anche dei possibili virgolettati pronunciati da Giuntoli nei suoi confronti, ma ovviamente l’allenatore ha smentito: “Non ho mai avuto la conversazione di cui si è scritto, mai. E mai ho avuto un litigio con il direttore, mai. Abbiamo parlato di come migliorare la squadra, come sempre, e lo abbiamo fatto con chiarezza e onestà, anche con opinioni diverse, come sempre si fa. Sono proprio queste bugie che non intendo lasciar passare“.

Sono sempre stato in sintonia con il direttore per la definizione della rosa. Abbiamo cominciato con una squadra che, per motivi sportivi ma anche economici, dovevamo profondamente cambiare. Io non sono entrato nelle valutazioni economiche dei singoli giocatori, ma abbiamo sempre concordato le scelte volte a rinforzare la squadra“.

E allo stesso modo, ha anche smentito delle presunte frasi dichiarate nei confronti di Yildiz: “Non è mai successo che gli dicessi di non essere Messi. Ho chiesto tante cose ai miei giocatori, ho delle esigenze e dei principi come allenatore, sicuramente. Possiamo sempre discutere per trovare il modo migliore di fare, però sempre in modo positivo, con rispetto reciproco. Non ho mai avuto questa situazione con Kenan, e chi lo dice è un bugiardo“.

Thiago Motta, ex allenatore Juventus (Imago)

“La Juve deve tornare a vincere”

Su Koopmeiners, invece: “Secondo me è stato caricato fin da subito di troppe attese, ha pesato il costo molto alto del suo acquisto. In questi casi le aspettative aumentano e gravano più di quanto si pensi sul giocatore. Però sono sicuro che saprà fare sempre meglio. È un giocatore di alto livello, è un giocatore che l’anno scorso nell’Atalanta e con la sua Nazionale ha sempre giocato molto bene. Sono convinto che quando si equilibrerà e quando si normalizzeranno le aspettative lui tornerà ai suoi livelli. Ha bisogno di adattarsi al suo ruolo sia nello spogliatoio che in campo, ma migliorerà sempre, perché è un ottimo giocatore, è un bravissimo ragazzo, che lavora molto bene e sono certo che darà tanto a questa squadra“.

Motta è tornato anche sulla decisione di aver cambiato diversi capitani: “Quando c’era Danilo il capitano era lui, ovviamente quando giocava. La Juve nata l’estate scorsa era un progetto nuovo, con tanti cambiamenti, con tanti nuovi in squadra. Dovevo trovare il giocatore adatto, perché fare il capitano per me non è un gioco. Per me il capitano ha una grande responsabilità nel quotidiano, in campo e fuori dal campo. Ho cercato la persona giusta. Lo sarebbe certamente stato Bremer, che aveva l’autorevolezza necessaria. Poi la scelta è caduta su Locatelli, che lo è da tempo e lo sta facendo bene. È un ragazzo che trasmette i valori giusti per poter essere capitano della Juventus in questo momento“.

Ma l’ex allenatore bianconero si è pentito della sfuriata contro i propri giocatori dopo la partita di Coppa Italia persa con l’Empoli? “No, mai. Io sono una persona nitida, sono molto onesto e molto diretto con i miei giocatori. Quella volta avevo espresso con durezza nello spogliatoio i miei sentimenti. Però non mi sento tradito, perché dal primo giorno questi ragazzi si sono allenati bene, hanno mostrato voglia di fare bene. Abbiamo superato momenti molto complicati, specie con gli infortuni, ma loro hanno sempre trovato il modo di dare qualcosa in più, nessuno ha fatto il furbo. Abbiamo tutti cercato di fare il meglio e ci dispiace di non esserci riusciti fino in fondo“.

Infine, un messaggio ai tifosi della Juventus: “Li ringrazio per tutto quello che abbiamo vissuto insieme. La Juve è una grande squadra e ha bisogno di vincere, non basta mai partecipare. In 25 anni di calcio ho imparato che per vincere serve fiducia, serve chiarezza e serve che alla fine ognuno di noi assuma fino in fondo le proprie responsabilità. La Juve deve tornare a vincere. Il che non le accade da troppi anni, dopo un ciclo leggendario. Questa squadra avrebbe avuto bisogno di meno infortuni e di più tempo. Ma penso che quello che abbiamo seminato resterà. Ai tifosi dunque dico solo grazie per esserci stati vicini, anche criticamente, ma sempre con grande amore“.

Redazione

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