Interviste e Storie

L’esultanza di Cole Palmer è roba sua, chi è Morgan Rogers dell’Aston Villa

Morgan Rogers, Aston Villa (Imago)

Chi è Morgan Rogers dell’Aston Villa, l’amico a cui Cole Palmer ha “rubato” l’esultanza

Declan Rice e Thomas Partey a terra, gattonano nel tentativo di fermarlo. In Inghilterra è questa l’immagine che ha fatto capire a tutti lo strapotere fisico e tecnico di Morgan Rogers.

“Quando prendeva la palla e spazzava via gli avversari era come guardare Jonah Lomu nel fiore degli anni”, dice di lui l’ex Liverpool Jamie Redknapp.

In un anno, è passato dal giocare nel Middlesbrough in Championship a segnare nell’andata dei quarti di finale di Champions League al Parco dei Principi contro il PSG.

Con un bottino momentaneo di 14 gol e 11 assist in tutte e competizioni, Morgan Rogers è considerato uno dei maggiori talenti del calcio inglese. Un po’ come il suo grande amico Cole Palmer, che deve la sua iconica esultanza proprio al trequartista dei Villans.

Dalla Championship alla Champions League, con Cole Palmer nel mirino

Cresciuto nel West Bromwich, dopo 9 anni passa all’Academy del Manchester City per poi essere girato in prestito in League One e Championship. Dopo aver giocato la scorsa stagione con il Middlesbrough, l’approdo all’Aston Villa. Qui si ritaglia uno spazio importante grazie alle sue doti tecniche, ma anche a una mentalità fuori dal comune: “Gioco con calciatori di livello mondiale in ogni partita, compresi quelli della mia squadra. Ma ‘Perché non io?’ è la mentalità che ho adottato. Perché nelle partite non posso essere io il miglior giocatore in campo?”. Questa determinazione lo ha portato al continuo miglioramento, fattore imprescindibile per competere sia in Premier che in Champions League. Al suo primo anno nella massima competizione europea per club, realizza subito una tripletta nel match con il Celtic. Ma c’è di più. Diventa il primo giocatore nella storia nel torneo a segnare una doppietta nei 5 minuti iniziali (il terzo gol arriva al 91esimo).

Per celebrare quella magica notte, esulta come Cole Palmer. O meglio, è Cole Palmer che esulta come lui. “Me l’ha rubata. Cole è sfacciato, ma glielo concedo. Ha segnato tipo 40 gol, quindi direi che non ho voce in capitolo”, svela a TNT Sports. I due sono grandi amici, hanno giocato insieme nelle giovanili dell’Inghilterra e nei 2 anni che Rogers ha passato nell’Academy dei Citizens. “Sapevo che Cole poteva arrivare ai massimi livelli. Sono orgoglio di lui e penso che anche lui lo sia di me. Prima di arrivare in Premier mi chiedeva sempre come giocavo, persino nelle partite di cui nessuno sapeva niente in Championship o League One. Sono felice per tutto quello che sta facendo e anch’io voglio raggiungere il suo status”.

Morgan Rogers, Aston Villa

Tecnica e muscoli: così Morgan Rogers vuole diventare un top player

Se Palmer è qualità pura, Rogers è prorompenza fisica. Il match di campionato con l’Arsenal al Villa Park è emblematico. Diverse volte il trequartista dei Villans porta palla verso l’area di rigore dei Gunners e puntualmente Rice e Partey non riescono a fermarlo: a ogni contrasto cadono per terra come birilli. Ama il contatto fisico ancora più del dribbling: usa il corpo per sbarazzarsi di chi si mette sulla sua strada. Il suo atletismo, combinato con una buona tecnica, lo rendono un incubo per i difensori avversari. Quando riceve il pallone, si gira in una frazione di secondo e comincia una delle sue tipiche cavalcate verso l’area avversaria. A quel punto, toglierli la palla diventa una sfida ai limiti dell’impossibile.

“La sua capacità di arrivare negli ultimi metri che lo separano dalla porta sfruttando il fisico è unica, però la costanza nelle conclusioni non è ancora allo stesso livello della sua conduzione di palla. Ma so che ci lavorerà”, dice di lui Brian Barry-Murphy, suo allenatore nelle giovanili del City. I mezzi per diventare un top player come il suo amico Palmer ci sono tutti. L’obiettivo l’ha fissato. E poi chissà, forse in futuro si riprenderà anche la sua esultanza.

Giacomo Camelia

Nato a Carate Brianza nel 2000, laureato in Scienze umanistiche per la comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano. Ho giocato a calcio per 11 anni, ora provo a raccontarlo. Amo il cinema e la musica, ma la mia passione più grande resta quella per il pallone: pensate che ho iniziato a strimpellare la chitarra perché volevo suonare l’inno della Champions League. A voi trarne le conclusioni…

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