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Moras, che ritorno a Verona: “Quattro anni indimenticabili, non vedo l’ora di sfidare Pazzini”

“Ho ancora nel cuore il Verona: è l’unica maglia per la quale ho pianto, è come quando piangi per una moglie. Significa che è amore, ma domenica saremo avversari e per 90 minuti non ci sarà spazio per i ricordi”. Il Vangelis secondo…Moras è tutto in questo pensiero: il capitano del Bari prepara il ritorno da ex al “Bentegodi”. Domenica sarà un avversario, ma 131 presenze, 8 reti, una promozione e una retrocessione amara non si cancellano con un tackle. “La fascia di capitano del Bari? Non mi crea nessun imbarazzo-spiega-ma i quattro anni di gioie e sofferenze vissuti a Verona, per ragioni personali (la morte del fratello Dimitris, ndr) e sportive, non li dimenticherò mai”. D’altra parte, una squadra che si chiama Hellas (“E’ stato un motivo in più per accettare la destinazione”) non poteva non far parte del suo destino.

10 punti di distanza tra la capolista del torneo, in coabitazione con il Frosinone, e il Bari che bussa alle porte della zona-playoff: “Vuol dire che loro hanno fatto meglio-ammette candidamente il 35enne greco-non credo che saranno sotto pressione dopo due sconfitte, hanno una squadra costruita per vincere il campionato e sono abituati a sentirsi sotto esame”. Il Bari, invece, è chiamato a dare sostanza al successo sul Carpi: “Fuori casa dobbiamo cercare continuità, non possiamo vivere di lampi. Colantuono? Ci torchia con doppie sedute, ma stiamo lavorando tanto e bene. Presto vedrete altri miglioramenti”. Lo assicura da condottiero, fresco anche di un chiarimento telefonico con un tifoso: “Sono abituato così, mi sentirete sempre dire la mia: sabato ho parlato con lui su Instagram, poi ci siamo sentiti per telefono. Non mi erano piaciuti i fischi nel primo tempo e avevo avuto uno sfogo. Il messaggio è stato chiaro: loro sono il Bari, prima ancora dei calciatori, e devono sempre sostenerci durante la partita”.

Nove anni in Italia, 17 da professionista, ma la sfida nella sfida con Pazzini, capocannoniere della serie B, lo esalta come un ragazzino: “Lo aspetto con tanto piacere-spiega Moras-ci siamo sfidati tante volte in serie A e non vedo l’ora di incrociarlo domenica”. Gli incontri più attesi, però, sono riservati a “Juanito Gomez e il team manager Sandro Mazzola: con loro abbiamo condiviso un percorso emozionante. Una cena in palio? Chissà, è una bella idea. Magari una grigliata, come piace a Juanito”.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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