Categories: Interviste e Storie

Monza è biancorossa: i “bagai” volano in finale, Brescia eliminato

Dal cielo piovono acqua, coriandoli biancorossi e incitamenti. Il campo inzuppato dell’UPower Stadium diventa l’habitat naturale per il Pescatore, Leonardo Mancuso. Proprio lui, il grande acquisto di gennaio, poco impiegato fino a oggi, porta il Monza in finale playoff. Dopo il 2-1 del Rigamonti, i brianzoli replicano il risultato anche in casa, chiudendo definitivamente ogni discorso col gol di D’Alessandro nel recupero. 

Festa doppia dunque per Galliani e Berlusconi, presente in tribuna e per Giovanni Stroppa: neanche il tempo di congratularsi con il Milan per lo scudetto, che anche l’altra metà del cuore esulta. 

 

Foto: Buzzi

 

Monza-Brescia, tensione alle stelle

In campo si lotta per ogni rimessa laterale, ogni contatto scatena una protesta. I due allenatori, divisi dall’abbigliamento – maniche corte per Corini, giacca d’ordinanza per Stroppa – sono uniti dal linguaggio del corpo. Sfruttano ogni momento, ogni interruzione, per istruire i giocatori su movimenti e marcature. Dopo un discusso contatto, Corini spintona persino il suo vice, Salvatore Lanna, che stava provando a calmarlo. Sarà poi Stroppa a esplodere di gioia, al gol di Mancuso: tutta la panchina va sotto la curva Davide Pieri, lui prima li segue, poi torna indietro per festeggiare in disparte. Un’esultanza rabbiosa, privata, orgogliosa: lo sfogo di chi sentiva di dover dimostrare qualcosa, di essere l’uomo giusto al posto giusto. 

Foto: Buzzi

Brescia, Tramoni in cattedra

Tramoni aveva cambiato la partita ad aprile, nell’1-1 in cui aveva servito l’assist per Bisoli. Stavolta gioca titolare, e la sblocca subito con un tiro sotto la traversa. Nei minuti successivi regala ancora spettacolo, tra dribbling e no look. Non sempre quelli del Monza la prendono bene: quando il corso improvvisa una ruleta a bordocampo prima di una rimessa, Mazzitelli non gradisce. Joronen si rifà dopo il rigore causato all’andata al Rigamonti con alcune parate determinanti, come su Carlos Augusto e Caldirola, ma non può nulla sull’imbucata di Mancuso, che libero non sbaglia. La chiude nello stesso angolo D’Alessandro nel recupero. 

 

 

Monza in finale col Pisa

Chiunque a Monza ha qualcosa di biancorosso. C’è anche chi ha usato l’ingegno, e indossa una maglia della Stella Rossa, quella di Safet Susic. L’importante sono i colori, diventare un tassello di quel mosaico che è la curva. Al novantesimo, in pochi vogliono andarsene. In fondo alla gara d’andata contro il Pisa mancano appena 4 giorni: la Serie A val bene qualche ora di sonno in meno, una voce rotta dal canto. 

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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