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Montella, il 37, l’aritmia. Ora l’Europeo. Italia U21, una certezza chiamata Pellegrini

Una cosa è certa: Pellegrini non aveva mai segnato così tanto. Anzi, forse sì. Magari da bambino, quando giocava in attacco e il suo allenatore era il papà: Esultava mimando l’aeroplanino (leggi qui l’intervista). Come Montella, a cui ha segnato il primo gol in A con il Sassuolo. Guardatelo ora: 10 reti stagionali da centrocampista (classe ’96). Numeri importanti: cinque in Serie A, una in Europa League, una in Coppa Italia e due di fila con l’Under 21 di Di Biagio (senza contare la prima contro Andorra). Prima la Polonia, poi ieri la Spagna, nella sconfitta per 2-1 all’Olimpico di Roma. Certezza.

Peccato, ma “Pelle” c’è. Titolarissimo in un centrocampo azzurro ormai proiettato verso il prossimo Europeo. Come non esserlo? Annata da incorniciare la sua, la scorsa è servita ad ambientarsi (3 gol in 19 presenze). Primissime gare, primo gol alla Samp del “suo” Montella, quello che ai tempi della Roma lo spostò a centrocampo, l’allenatore che “ebbe l’intuizione”. Anche se il primo a capirlo, va detto, è stato Mirko Manfrè. Prima degli Allievi però, quando “rischiò di smettere a causa di un’aritmia cardiaca”. “Colpa di un’infezione” ha detto lui.

Mesi difficili, complessi. Lorenzo si allenò da solo non perdendo perso di vista l’obiettivo di esordire in Serie A: il tutto grazie alla famiglia e alla sua Veronica, conosciuta proprio in quel periodo lì. Luce, nel buio. Poi? Poi la ripresa, i denti stretti, l’exploit in Primavera e l’esordio in A con Garcia, durante i minuti finali di Cesena-Roma. Rising star. E i giallorossi potrebbero anche “riportarlo a casa” col diritto di recompra: “A gennaio hanno provato a riprendermi – ha raccontato Pellegrini – ma il Sassuolo non ha voluto cedermi. A giugno si vedrà…”.

Prima l’Italia e l’Europeo U21 in Polonia: “Abbiamo segnali positivi per il futuro”. L’obiettivo è sempre quello: vincere. Pellegrini, comunque, non si scompone e si gode la sua stagione d’oro: “Vivo un bel momento”. Merito di un portafortuna particolare… tatuato sulle dita. “Ovvero?”. Il numero 37. Motivazione strana ma efficace: “Lo scrivevo sui quaderni da bambino, mia nonna è nata nel ‘37, tante piccole cose come questa. Ma sulla maglia no, meglio il sei”. Quello con cui giocherà l’Europeo da titolare con la maglia azzurra. Giochi di certezze.

Francesco Pietrella

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