84 anni di successi, sorrisi e di un amore inconfondibile per il calcio tramandato nel migliore dei modi al figlio Paolo e ai propri nipoti. Se n’è andato in silenzio, nella notte, Cesare Maldini, allontanatosi in silenzio negli ultimi mesi dai radar calcistici ma sempre, indelebilmente presente nella memoria di tutti: giocatore del primo Milan vincente in Europa (con quattro scudetti annessi, e precedentemente in forza alla Triestina), Maldini ha anche guidato da vice la selezione azzurra (insieme a Bearzot) alla conquista del Mondiale dell’82 in Spagna.
CT della selezione azzurra a Francia ’98, dopo 10 anni in under21 con tre campionati europei vinti, e del Paraguay nel 2001, con una storia qualificazione a Corea e Giappone conquistata nell’anno successivo, Maldini resterà per sempre legato a quei colori che hanno dato lui lei più grandi gioie a livello sportivo: quelli rossoneri, difesi prima in campo per 12 stagioni e successivamente, dopo l’esonero di Zaccheroni, per una breve parentesi da capo allenatore.
Vice del suo mentore Nereo Rocco per tre stagioni, capaci poi di portarlo a sedere sulle panchine di Foggia, Ternana e Parma, Maldini lascia così un vuoto incolmabile in un mondo che gli ha dato e a cui ha dato tanto, regalando al calcio uno dei difensori più forti della storia italiana: quel Paolo che oggi lo piange, come tutto il mondo del pallone. Dopo 84 anni di storia e successi, segnati da un nome marchiato a caldo e a vita nella leggenda di questo sport.
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