Mancano poco più di sette mesi all’inizio del prossimo Mondiale di calcio, che si giocherà in Qatar. Nella giornata di oggi una notizia ha acceso ulteriori polemiche sull’evento, dopo quelle successive alla indiscrezione secondo cui oltre 6000 lavoratori sarebbero morti nei lavori di costruzione degli stadi.
Questa volta non c’entrano questioni di carattere organizzativo, bensì aspetti di natura sociale. La manifestazione potrebbe non essere accessibile alle bandiere arcobaleno, che rappresentano un simbolo della comunità LGBT.
La notizia riguardante l’attuazione di questa possibile restrizione è stata confermata dal generale Abdulaziz Abdullah al-Ansari. Intervistato dal Times, il presidente del Comitato nazionale antiterrorismo del ministero dell’Interno, nonchè capo della sicurezza del Mondiale in Qatar si è espresso in maniera netta circa l’ipotesi di ammettere queste bandiere all’interno degli stadi qatarioti con queste parole:
“Qui non possiamo modificare le leggi. Non si può modificare una religione per 28 giorni di Mondiale. I tifosi hanno acquistato il biglietto per vedere la partita, non per venire allo stadio e compiere un gesto politico o lottare per un ideale“.
Le dichiarazioni rilasciate al quotidiano britannico sembrano non lasciare dubbi sulla decisione che potrebbe essere presa a riguardo. Ricordiamo che in Qatar le relazioni omosessuali costituiscono un reato, in qualasiasi tipo di manifestazione pubblica.
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