Ventitré cuori che battono per l'Italia intera. Per una Nazionale che torna al Mondiale dopo vent'anni e si riserva il lusso di sognare nuovamente in grande, consapevole di dover lavorare ancora tanto ma assai forgiata nel carattere. In Francia è il giorno dell'esordio azzurro, alle 13, allo Stade du Hainaut di Valenciennes contro l'Australia. Di fronte alle azzurre una delle squadre più quotate del mondo – 6ª nel ranking Fifa – ma non per questo necessariamente imbattibile: serviranno concentrazione, compattezza, intensità e soprattutto una gran bella dose di qualità, perché “oltre al risultato sarà importante far vedere un bel calcio”, commenta il ct Milena Bertolini nella conferenza stampa di presentazione della gara.
Dal 1999 fino all'8 giugno scorso, quando con quel 3-0 rifilato al Portogallo – reti di Girelli, Salvai e Bonansea – le azzurre hanno mostrato finalmente la pasta di cui oggi sono fatte e si sono totalmente immerse in un sogno che le ha portate in Francia, nel posto che meritano, tra le stelle del calcio. “Se una Nazionale forte come l’Australia ci teme, vuol dire che abbiamo fatto passi in avanti – prosegue Bertolini – Vuol dire che il nostro movimento è cresciuto e che stiamo mettendo le giocatrici nelle migliori condizioni per esprimersi. Giocheremo contro una squadra forte, che ha talenti importanti oltre che fisicità e intensità, entrambi valori aggiunti nel calcio femminile, che fanno la differenza. Negli ultimi tempi sono state dette solo belle cose nei nostri confronti e questa Nazionale lo merita. Mi piace che è stato messo in risalto quel messaggio di unità e affiatamento che trasmette questo gruppo. Alle giocatrici del ’99 dico che devono essere orgogliose di quello che hanno fatto prima: se siamo qui è anche merito loro”.
Saranno tutte leader, ognuna a modo suo. A partire da Sara Gama, il capitano: “Stiamo preparando questa gara da tempo e abbiamo voglia di giocare. Siamo abbastanza serene, anche se non eravamo abituate a tutta questa attenzione. Sappiamo che dobbiamo rimanere fedeli al campo e ai nostri valori, che sono quelli che trasmettiamo e rappresentano una parte importante di questo movimento. Abbiamo i piedi ben piantati a terra e allo stesso tempo ci godiamo il momento. Vogliamo trasmettere grosse emozioni agli italiani e dare sempre il 100%”. Anche per lei, Cecilia Salvai, che se non fosse stato per quel maledetto infortunio al ginocchio – rimediato nel match scudetto tra Juventus e Fiorentina – sarebbe scesa in campo contro l'Australia, a difendere con orgoglio la maglia azzurra, e a correre con le sue compagne alla conquista della Coppa più bella".
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