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Modena, le verità di Matteo Rivetti: “Nessun mercato folle, il progetto è triennale!”

Il vento in spiaggia è caldo, soffia anche attraverso il telefono. La voce arriva però forte e chiara, soprattutto quando c’è da mettere i puntini sulle i. Modena finisce con la A, ma non inizia per fessi. Troppe voci fastidiose negli ultimi giorni, tanti che parlano da fuori, anche dirigenti di altre squadre che dovrebbero pensare e guardare solo alle proprie.

Ecco perché Matteo Rivetti ha voluto parlare, alzando un po’ i toni, a nome di tutto il suo Modena. Ricostruito dal papà Carlo insieme ad una famiglia giovane e talentuosa, con Matteo a far da filtro con il ds Vaira, i segreti di un successo poi affidato sul campo ad Attilio Tesser. Mercato, progetti, rosa, allenatore, stadio: a tutto Modena, comprese quelle etichette fastidiose che bollano il Modena come sicura neopromossa in Serie A, provocando il forte disappunto dell’amministratore delegato gialloblù.

 

CREDIT PHOTO: Modena FC

 

“Continuo a leggere che il Modena ha un budget stratosferico per la campagna acquisti, che spenderà cifre folli per diversi giocatori. Su ogni profilo interessante, c’è dietro il Modena. Va bene tutto, fa parte del gioco, però non vorrei che passasse il messaggio sbagliato. La grinta è quella dei Rivetti, leggere per capire. Su gianlucadimarzio.com c’è da scrivere il presente e il domani di un club che ha voglia di stupire, sì, ma non di essere considerato il Paperon de’ Paperoni nel nostro calcio. 

Le priorità del Modena

“Noi siamo stati chiari sul nostro progetto: in due o tre anni vogliamo lavorare sulle strutture societarie e sulle infrastrutture, per poi provare a salire di categoria – esordisce l’ad gialloblù. Questo è il nostro programma, molto chiaro e delineato, in cui anche la sostenibilità economica è rilevante. Ho letto tante dichiarazioni in questi giorni, legate anche ai nostri «addetti ai lavori», ma non so davvero da dove saltino fuori”.

 

CREDIT PHOTO: Modena FC

 

“Così c’è il rischio che si creino delle aspettative in una piazza con cui noi vogliamo essere sempre trasparenti. Se si creano troppe aspettative, poi le cose vanno sempre male. Noi abbiamo un progetto triennale. Lo scandisco meglio, triennaleeeee. Vogliamo costruire nuove infrastrutture, il centro sportivo, sviluppare il settore giovanile, per poi provare a salire. La Serie B del prossimo anno sarà un A2, non possiamo pensare sia «l’anno buono»”.

 

CREDIT PHOTO: Modena FC

 

Gli obiettivi (concreti) di mercato

Il mercato, quindi, sarà oculato, basato su un’idea precisa: ”Non vogliamo fare rivoluzioni: l’anno scorso abbiamo cambiato tutto, 20 giocatori, allenatore e direttore… Perciò quest’anno vogliamo mantenere lo zoccolo duro e cambiare eventualmente sei, sette o otto giocatori, cercando di creare col nostro allenatore un mix tra i giovani della squadra e i calciatori più esperti della categoria.

“È vero che un approccio per Massimo Coda lo abbiamo tentato, perché ci interessa: vogliamo prendere una punta di livello, confermo, ma sicuramente non per le cifre che ho letto in giro. Anche Diaw ci piace, l’avete detto e scritto tutti. Però, poi, a riconferma di quanto detto sopra, il primo acquisto è stato… un giovane. Cittadini dall’Atalanta, un classe 2002, al prezzo di un ragazzo del 2002. Insomma, non stiamo andando a in giro a formalizzare offerte super”, questo è il punto.

 

CREDIT PHOTO: Modena FC

 

“Vero che Modena è una piazza ricca, con un seguito importante (abbiamo avuto quasi 100mila presenze allo stadio) e perciò potremmo permetterci di fare determinati interventi sul mercato, ma ripeto: ciò che ho letto in questi giorni è stata un’esagerazione.

Uno stadio e un centro sportivo nuovo

Quindi mercato sì, ma piedi saldi per terra. Con pazienza e programmazione, si costruisce il presente per il futuro. “Noi diciamo alla piazza le cose come stanno. L’anno scorso siamo arrivati a giugno e alla prima conferenza stampa abbiamo detto: «Lavoriamo per andare in Serie B». Poi siamo stati sia fortunati che bravi ad arrivarci. Quest’anno, l’obiettivo è assolutamente quello di mantenere la categoria e attenerci al progetto che ho spiegato, che ha durata di due o tre anni nelle nostre intenzioni”.

Progetto che passerà inevitabilmente da un punto fondamentale, una priorità come ha detto Matteo Rivetti: le strutture, tra cui anche uno stadio nuovo. “Abbiamo stabilito la convenzione per lo stadio attuale, che vale più come una convenzione-ponte di un anno perché stiamo lavorando a un progetto più grande, ma ci vuole tempo per realizzarlo. Adesso cerchiamo di trovare una quadra con l’Amministrazione per poter lavorare su quel progetto. Per ora stiamo migliorando lo stadio attuale, provvedendo a stabilizzarlo per la categoria, cambiando i fari, mettendo mano agli spogliatoi, alla zona disabili, tutto quel che servirà ai canoni della B”.

 

CREDIT PHOTO: Modena FC

 

Priorità per il presente, però, è sicuramente un nuovo centro sportivo: Abbiamo un campo in condizioni non ottimali. L’hai visto anche tu, Gianluca, quando sei venuto a trovarci. Per alzare il livello dobbiamo far qualcosa. Tra l’altro, prendere giovani forti e giocatori forti diventa difficile, mandandoli ad allenarsi in un terreno non adeguato. Ecco perché il nostro obiettivo primario è crescere ed evolverci pensando innanzitutto alle strutture. Il centro sportivo è fondamentale, è prioritario per noi, perché da lì parte tutto”.

Tutto, con i tempi giusti. E le idee molto chiare. Questo è il marchio del Modena dei Rivetti. Che ama parlare con i fatti, soprattutto non occupandosi degli altri. E gradirebbe lo stesso trattamento. Senza pregiudizi, come il vento caldo d’estate.

Gianluca Di Marzio

Ci ho messo più di trent'anni per tornare dove sono nato. Non conoscevo le strade, non sapevo a memoria le vie, ricordavo solo il nome della clinica -Villa Stabia- dove mia madre mi aveva dato alla luce. Più di trent'anni sì, non proprio un figlio modello per la mia città, Castellammare di Stabia, una trentina di chilometri da Napoli. Lì sono nato il 28 marzo del 1974, sono Ariete per gli amanti dei segni zodiacali, non chiedetemi l'ora e comunque non sono un fanatico degli ascendenti.

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