31 marzo 2018-31 marzo 2019. E' già passato un anno ma sembra ieri. Ibra è il re della MLS. Lo è sempre stato, fin dal primo minuto in cui ha messo piede in America: "Cara Los Angeles, prego". Si presentò così, umile come sempre. Poi però la differenza è una, ovvero che lo svedese non è solo chiacchiere e distintivo. Fa parlare i fatti, sempre. E così ha chiuso la sua prima stagione in MLS con 22 gol e 7 assist in 27 partite. Numeri spaventosi.
Che però non sono serviti ai suoi Galaxy per agguantare i playoff, sfumati sul più bello. La missione di questa nuova annata è dunque semplice. Zlatan gioca sempre per vinvere, a prescindere dal continente. E i suoi compagni lo hanno seguito, come dimostrano le tre vittorie ottenute nelle prime quattro giornate. L'ultima contro i Portland Timbers. Un 2-1 che porta il nome di Ibra. Suoi i due gol decisivi, entrambi dal dischetto. Freddo davanti al portiere, lucido e anche un po' pazzo. Perché il secondo rigore è un cucchiaio, un vero capolavoro.
Il modo migliore per tornare, dal momento che Zlatan aveva saltato due partite per un infortunio al tendine d'Achille. Due le partite giocate in questo campionato, altrettanti i gol. Un anno fa le prime prodezze, con l'esordio show contro i cugini dei Los Angeles FC. Un derby vinto da solo, un 4-3 folle con un gol praticamente da centrocampo dopo essere entrato al 70' e passa. In campo con Zltana è sempre uno show. Ormai lo sanno anche in America.
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