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Mls, Andrea Mancini e la sua avventura al D.C. United: “Il calcio americano è in continua crescita”

Mancini nel mondo. Dopo le avventure di papà Roberto tra Inghilterra e Turchia, tocca ad Andrea il compito di portare il nome di famiglia negli Stati Uniti. Da oggi, infatti, il secondo figlio dell’allenatore dell’Inter è ufficialmente un calciatore del D.C. United, squadra di Washington che gioca in Mls. “Era praticamente già tutto fatto a gennaio – racconta Andrea Mancini a gianlucadimarzio.com – ma abbiamo aspettato oggi per ufficializzare per motivi burocratici”. Ecco perché domani Andrea non potrà scendere in campo nella prima di campionato del suo D.C. United contro i Los Angeles Galaxy.  “Sono qui dal 23 gennaio e da quel giorno mi alleno con la squadra. Ho scelto questo campionato e questa piazza per fare una nuova esperienza di vita e di calcio”.

Dopo le avventure in Ungheria con Honved e Haladas, adesso Andrea ha scelto gli States. “Qui si gioca un calcio diverso rispetto a quello europeo: si punta molto sull’aspetto fisico. Per certi versi mi ricorda un po’ lo stile della Premier ma hanno ancora tanto da imparare anche se il fenomeno calcistico in America è in continua cresciuta sotto tutti i punti di vista”.

La firma sul contratto è arrivato nella giornata di oggi e per i prossimi due anni Andrea resterà un giocatore del D.C. United. “Ho anche un’opzione per il terzo anno, ma adesso voglio pensare solo all’attualità e a quello che devo fare subito per dare il mio contributo. Abbiamo solo un designed player – ovvero un giocatore che guadagna oltre il salary cap – e siamo una squadra costruita in maniera omogenea”.

Ma l’idea della Mls affascinava Andrea Mancini già da un po’. “Quando ad ottobre il mio agente Nicola Giuliani mi ha fatto presente questa possibilità non ci ho pensato più di tanto. E adesso lo ringrazio ancora di più per avermi aperto le porte a questa realtà che forse prima non avrei preso in considerazione”.

Aspettando i primi minuti ed i primi gol, Andrea Mancini è già pronto, d’altra parte quello di esportare il calcio in giro nel Mondo sembra essere davvero un vizio di famiglia.

Gianluca Di Marzio

Ci ho messo più di trent'anni per tornare dove sono nato. Non conoscevo le strade, non sapevo a memoria le vie, ricordavo solo il nome della clinica -Villa Stabia- dove mia madre mi aveva dato alla luce. Più di trent'anni sì, non proprio un figlio modello per la mia città, Castellammare di Stabia, una trentina di chilometri da Napoli. Lì sono nato il 28 marzo del 1974, sono Ariete per gli amanti dei segni zodiacali, non chiedetemi l'ora e comunque non sono un fanatico degli ascendenti.

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