L’ultimo post su Instagram di Mile Svilar è un suo primo piano con una didascalia essenziale: una clessidra. Solo un simbolo a corredo di quella foto pubblicata quattro mesi fa che adesso però diventa più attuale che mai, come a scandire il (poco) tempo che manca al suo esordio in Serie A con la Roma. Secondo di Rui Patricio, il portiere classe ’99 (come il numero di maglia) è infatti pronto a sostituire per la prima volta in campionato il collega portoghese, non convocato da Mourinho per la trasferta contro il Bologna.
Trentaquattro giornate di Serie A vissute dalla panchina, appena 90 minuti giocati in stagione. Non indimenticabili, perché Mou lo ha schierato titolare nella trasferta di Ludogorets dello scorso 8 settembre finita 2-1 per i bulgari. Poi niente più campo. Ma Svilar era consapevole del suo ruolo in rosa, fin dall’inizio: “Non mi preoccupa il fatto che non avrò tante chance per giocare, sono qui per lavorare duro e quando avrò le mie occasioni le cercherò di cogliere”. Adesso però il suo momento è arrivato.
Con Mourinho si conoscono da tempo. Precisamente dal 18 ottobre 2017, quando Svilar era il portiere del Benfica e il portoghese l’allenatore del Manchester United. Fase a gironi di Champions League, Mile all’esordio. In quella partita diventerà – a 18 anni e 52 giorni – il più giovane portiere di sempre a giocare da titolare una gara europea, battendo il record di Iker Casillas. Non solo. Svilar terminerà quel match del Da Luz incassando una sconfitta (1-0 per lo United) ma soprattutto i complimenti dello stesso Mourinho. “E’ bestiale, un fenomeno assoluto. Il Benfica ha un portiere che è un supereroe ed è bene che il presidente prepari una valigia molto grossa perché incasserà con lui molti soldi”.
In realtà poi le cose sono andate diversamente e Svilar – legato fino all’estate 2022 ai portoghesi – a fine contratto è finito ai margini della rosa, ‘retrocesso’ nel Benfica B. Ecco allora la Roma. Di Mourinho (“Ho apprezzato molto le sue parole, ma ad essere onesti non avrei immaginato nemmeno nei miei sogni migliori di diventare un suo giocatore”) e del gm Tiago Pinto che arrivava dallo stesso club lusitano. Trasferimento a parametro zero, contratto fino al 2027. Ritrovando in giallorosso anche Matic che nel 2017, quando doveva lasciare l’Anderlecht, gli suggerì di andare al Benfica consigliando al giovane portiere quel club in cui lui stesso aveva giocato tra il 2011 e il 2014.
In Belgio Svilar si era guadagnato l’etichetta di “nuovo Courtois”. Nato ad Anversa, figlio d’arte, aspettative molto alte. Ma il calcio belga alla fine è stato una parentesi. A livello di club fino all’esperienza con l’Anderlecht, a livello di nazionale fino all’Under21. Nel 2021 è arrivata la chiamata della Serbia. Le origini. Ha esordito in un’amichevole contro il Qatar nel settembre di quell’anno, perché quando si è presentata questa occasione non ci ha pensato due volte a dire sì. Risolti i problemi con il passaporto che aveva perso a causa di un incendio in casa, Svilar ha così potuto indossare la maglia della nazionale serba. Il suo desiderio ma anche il sogno di papà Ratko che comunque ha giurato di non aver mai insistito affinché prendesse questa decisione.
“Ho guardato quella partita dalla tv, a fine gara gli ho chiesto se avesse avuto paura di quel palcoscenico e lui mi ha risposto: ‘Perché dovrei?’. Diciamo che ero molto più in tensione io che Mile”. Racconto e orgoglio di un padre che tra gli anni ’70 e ’90 ha difeso i pali di quattro club, tra Serbia e Belgio più una parentesi negli States, e della nazionale jugoslava. Sulle orme del padre, costruendo la sua carriera. E chissà che non sia stato proprio Ratko a regalare a Svilar una maglia della Roma quando era bambino. “Alcuni atleti hanno bisogno di essere spinti, altri hanno bisogno di essere rallentati. Mile appartiene alla seconda categoria”, aveva detto il suo personal trainer, Jeroen Beeusaert. Svilar ora scalpita e il momento tanto atteso del suo esordio in Serie A è arrivato.
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