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Milan, Gattuso: “Non siamo morti. Società? Remiamo dalla stessa parte”

Obiettivo rialzare la testa, missione Europa. Non sono giorni facilissimi per il Milan che, dopo il ko nel derby, è caduto anche a Marassi contro la Sampdoria. Il presente dice sempre quarto posto, ma le rivali adesso sono davvero vicine. Servirà reagire dunque. Quanto prima, già a partire dalla sfida con l'Udinese.

"Veniamo da due risultati negativi, ma il gruppo mi fa ben sperare. E' vivo e ce la sta mettendo tutta. Siamo vivi, non siamo morti. Lo ribadisce fiero e con convinzione Rino Gattuso nella consueta conferenza stampa. Clima sereno, dunque. Anche dopo il confronto con la società: "Ma anche prima si remava dalla stessa parte – ha sottolineato – domani c’è una partita importante e per quello sono sorridente: il rispetto, l’unione che c’è tra me, Leo e Maldini non può essere messo in dubbio. Il mio problema ora è tornare in Champions dopo tanti anni, con il carattere che abbiamo io e Leo ci saremmo detti tranquillamente tutto in faccia”.

Ma come si esce da questo momento? "Facile, vincendo le partite: stiamo creando tanto e dobbiamo essere più bravi a cominciare meglio le gare, rispetto a come abbiamo fatto ultimamente. Il fatto che non sia bravo abbastanza? Forse ora non dovrei ridirlo: ho tanti pregi e tanti difetti, sono fatto così. Il “ci rivedremo da due mesi” potevo evitarlo ed evitare le problematiche che sono uscite in questi 3-4 giorni. Anche quando abbiamo vinto 5 partite non abbiamo fatto un grandissimo calcio: penso che nei secondi tempi delle ultime due gare abbiamo fatto molto meglio che contro il Chievo o altre squadre. Dobbiamo stare più attenti e fare le cose ancora con grande voglia e veemenza, la tranquillità me la da ciò che si respira in spogliatoio. Ci stiamo giocando tanto, per noi la Champions è il nostro scudetto: la sensazione che ho avuto a Genova contro la Sampdoria è che potessimo fare gol. Normale che poi dobbiamo analizzare anche le cose che non vanno. Per noi domani sarà fondamentale: la partita andrà giocata con voglia e con serenità. Siamo costretti a vincere ma dobbiamo giocare con tranquillità e voglia”.

Tanta sfortuna anche. Per esempio il discorso cade sul tema degli errori arbitrali: "Non voglio andare alla ricerca di nessun alibi, dobbiamo capire anche che caratteristiche hanno. Orsato ama fischiare poco, tante volte bisogna saper parlare con gli arbitri. Anche questo dev’essere un motivo di crescita da parte nostra, contro la Samp c’erano due episodi un po’ borderline. Non dobbiamo però attaccarci all’arbitro”.

Con la Sampdoria è stato fatale un errore di Donnarumma: "Quando prendi quel gol ci stanno le critiche: mi è piaciuto molto che ci abbia messo il suo bel faccione, un anno fa non avrebbe avuto la forza di farlo. Gigio tocca 100 e passa palloni a partita, un errore ci sta: l’ho visto molto carico, mi sono piaciute le parole di Conti”.

Il discorso si sposta poi su Piatek, a secco da due gare: "Nei secondi tempi con Inter e Samp abbiamo creato tanto, anche io avevo la sensazione che fosse da solo. Il problema non è lui, è il fatto di esserci ritrovati in svantaggio dopo pochi minuti: ora non penso solo a Piatek, penso solo a far rendere tutta la squadra. Lui e Cutrone insieme? Vediamo domani. Al momento tutta la squadra è meno fluida e preoccupata, dobbiamo pensare a fare qualcosa in più tutti quanti. A Piatek non si prendono le misure, se gli arriva il pallone sa come farti male”.

Spazio anche ad altri singoli: "Bakayoko? Ha fatto fatica nel primo tempo con la Samp, nel secondo tempo si è visto un grande Bakayoko. Il problema non è il dove ma come giocare, ci sta mancando un po’ di tranquillità al momento. Kessiè? Non mi sorprende sia andato a sedersi vicino a Biglia: si sono abbracciati al rientro dalle nazionali. Lui è arrivato giovedì, non si è allenato, non creiamo dei problemi: hanno sbagliato ad avere quella discussione davanti alle telecamere. A livello di punizione non c’è nulla. Caldara? Si sta allenando da 25 giorni con noi, sta meglio e sta crescendo fisicamente".

Chiosa finale sulla propria situazione: "Sul mio conto non penso a nulla: in questo momento la cosa più importante è il club. Si può parlare dei singoli, ma sopra il club non c’è nessuno: è la cosa più importante. Ho sbagliato qualche parola, ma so quello che sto dando: le altre cose poi passano in secondo piano”.

Simone Nobilini

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