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Mirabelli: “Che errore unire i fratelli Donnarumma. Gattuso top al mondo”

Un anno intenso, iniziato con i fuochi d’artificio e finito con l’esonero dalla carica di direttore sportivo e dell’area tecnica nel Milan: “Ma vivere questo mondo anche solo per un giorno è stato bellissimo”. Queste le parole di Massimiliano Mirabelli, che torna a parlare dei suoi giorni rossoneri. Lo fa ospite al Processo su 7Gold. Senza peli sulla lingua, prima con il fioretto e poi con la spada: “Sono stati 15 mesi di grande impegno – ha continuato – il Milan è una cosa per pochi e sono orgoglioso di aver fatto parte, anche se per breve tempo, della storia di questo club”.

Cose fatte, tante: “Vado orgoglioso di non aver creato minusvalenze”. Cose che non rifarebbe? Una: “Volevo unire i fratelli Donnarumma – ha confessato – ma vedendo come è andata mi sono pentito. Non lo rifarei. Era un’idea dai libro cuore, ma dai protagonisti non è stata proprio capita”. Ripeterebbe, invece, la scelta di Gattuso come sostituto di Montella: “Ho creduto in lui. Si è subito dimenticato di ciò che era stato come calciatore e si è rimesso in gioco. E’ sempre stato visto come un guerriero tutto grinta e forza, ma come allenatore è uno innovativo. E’ sottovalutato, è uno dei più bravi al mondo. Sa entrare in ogni ragazzo, sa insegnare calcio. Ha cambiato il Milan da cima a fondo e adesso la squadra gioca un calcio bellissimo. Conte? Non ci abbiamo mai pensato”.

Di questa squadra non fa più parte Leonardo Bonucci. Il grande colpo di Mirabelli, che però un anno dopo ha deciso di fare ritorno alla Juventus: “E’ stato protagonista e grande uomo di spogliatoio – ha sottolineato – lo abbiamo preso pensando che potesse chiudere la carriera al Milan. Gli equilibri di una squadra li sposta la squadra, Leo non poteva farlo. Sebbene fosse sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via”.

E non poteva mancare la parentesi sulla società. Su quel Mister Li di cui, in fin dei conti, nessuno è mai venuto a sapere qualcosa: ““Il Milan ha avuto anni d’oro in cui è salito sul tetto del mondo, gli ultimi 4/5 anni sono stati in sordina. Non abbiamo trovato un terreno fertilissimo e abbiamo dovuto fare diversi interventi per aggiustare un po’ le cose. I cinesi? È strano che un club come il Milan venga acquistato e venduto in poco tempo. Ci sono da pensare tante cose ma ci ha lasciato tutti sorpresi. Non posso rispondere chissà cosa, perché della società ne sapevo meno dei giornalisti. La proprietà era qualcosa di superiore al mio lavoro. C’era un amministratore delegato che mediava fra noi e i vertici. Quando dovevamo spendere dei soldi, non lo potevamo fare senza il loro permesso. Erano assenti nella comunicazione, avevano un’idea non europea, non italiana. ma quando si trattava di bonifici o pagamenti, fatta eccezione per l’ultima rata da 30 milioni, non ci hanno mai fatto mancare nulla.

Poi di nuovo a parlare ci mercato, a partire dal doppio colpo offensivo Kalinic-André Silva:Quest’ultimo, a mio avviso, è un giocatore di indubbio valore. Lo abbiamo scelto, pur sapendo che non sarebbe stato facile per un portoghese adattarsi a questo campionato. Lo era per lui, lo è stato per tutti. Mi auguro che possa tornare, perché di lui sentiremo parlare”. Nel mercato stellare della scorsa estate è mancato, dunque, solo il colpo da 90 per il reparto offensivo. Il rimpianto più grande porta il nome di Aubameyang:Sì, può essere considerato tale per quello che pensavo e penso di lui. In quei mesi avevamo la necessità di rivoltare la squadra – ha continuato Mirabelli – abbiamo speso 160 milioni, ma una squadra non si costruisce in una sola finestra di mercato. Serviva un percorso più lungo”.

Come quello che ha portato al rinnovo di Donnarumma: “Gestire la situazione con un agente non facilissimo è stato complicato – ha ammesso – Chi si occupa di mercato sa che quando un giocatore è in scadenza ci sono commissioni che partono da 20 o 25 milioni. Sono soldi che si danno all’agente o al calciatore. Con Donnarumma era giusto dare uno stipendio importante ma non abbiamo pagato commissioni. Non penso che il contratto ne abbia limitato la vendita. Il calcio è cambiato. Raiola? Ha fatto tante belle cose per il Milan, poi siamo arrivati noi, si è irritato e ha smesso. Se me ne fossi fregato del club e se fossi stato più accomodante, gli avrei fatto scrivere meno cose brutte su di me”.

Adesso il Milan ha una dirigenza seria” ha detto proprio il procuratore qualche giorno fa. Magari chissà, per strizzare l’occhio ai rossoneri in vista di un possibile affare Ibrahimovic: “Ma io adesso non lo prenderei” Sorride Mirabelli, che poi chiosa anche sul rapporto con Fassone: “Lo devo solo ringraziare per l’opportunità che mi ha dato di venire al Milan. Sono in ottimi rapporti con lui. Non c’era nessun gelo. Io ho un carattere particolare, se devo dire una cosa la dico”. E adesso Mirabelli cosa farà? “Al momento salto fra Italia e in Europa per vedere le partite, conoscere i giocatori e sbagliare di meno in futuro”

Redazione

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