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Racconti di Gattuso e Allegri ai tempi di Perugia

Questa sera Gennaro Gattuso e Massimiliano Allegri saranno due avversari seduti su due panchine opposte: a San Siro va in scena Milan-Juve. Proprio in quello stesso stadio dove l’uno è stato l’allenatore dell’altro, giusto qualche stagione fa. In pochi però ricorderanno che c’è stato un tempo, a fine anni ’90, in cui i due sono stati anche compagni di squadra. Stiamo parlando del Perugia, stagione ‘95/’96 e ‘96/’97. “Che rapporto quei due! Rino era un giovane aggregato alla prima squadra dalla primavera ma era spessissimo con noi tra cene, risate e… scherzi”.

Un classico quando qualche ex compagno racconta il Gattuso calciatore. “Spesso era proprio Max a farglieli. Ne ricordo uno in particolare sotto la doccia: mentre Gattuso era intento a lavarsi, Max da dietro continuava a mettergli lo shampoo in testa così che Rino non finiva mai di risciacquarsi e non riusciva a spiegarsi il perché – racconta in esclusiva ai nostri microfoni con una bella risata Salvatore Matrecano, ex compagno di Gattuso e Allegri in quel Perugia –. Poi, quando se ne accorgeva, partivano gli inseguimenti! Ovviamente più uno se la prende per gli scherzi, più ne riceve. E questo è il caso di Rino”.

Per vicinanza di età, Matrecano condivideva con Allegri un grande rapporto di amicizia già ai tempi: “Che ricordi le cene insieme a lui, Giunti, Dicara e Negri: eravamo un gruppo affiatato di ‘scapoloni’ amanti del buon vino – ride nuovamente –. E di qualche serata fuori regione, ovviamente quando possibile. Il mentore di Max è sempre stato il nostro allenatore, Galeone. Anche quando non ci allenava più, so che lo seguiva dappertutto per apprendere più possibile. Si vedeva che avrebbe fatto strada come allenatore anzi, se posso dire la mia, a Perugia avevamo due allenatori: Galeone in panchina e Max in campo”. Presto faranno anche una bella rimpatriata: “Con Max mi sono sentito un paio di mesi fa, non direttamente ma attraverso Cherubini (ds della Juve U23, ndr) un nostro grande amico in comune. Ci siamo accordati per vedere prossimamente una partita della Juve insieme e poi fare una cena, come ai vecchi tempi”.

Matrecano se l’aspettava, eccome, un’escalation così da parte di Allegri: “Si vedeva già l’allenatore che sarebbe diventato. Da parte di Gattuso invece non mi aspettavo una crescita del genere soprattutto nel breve periodo. Però si è guadagnato tutto sul campo e sta dimostrando il suo valore immenso, ma se avessi dovuto scommettere su chi avrebbe fatto strada da allenatore, tra i due avrei detto Allegri anche perché Rino a quei tempi era ancora giovanissimo”. Da ex compagno non vede l’ora che la sfida di domani abbia inizio e “soprattutto di scorgere i loro sguardi incrociarsi. Secondo me si ricorderanno i vecchi tempi di Perugia ed è ciò che tutti noi ex compagni ci auspichiamo. Tifo per lo sport e spero sia una partita bellissima. Se dovessero pareggiare, magari dopo un match spettacolare, sarei felicissimo”.

Comunque andrà a finire, sa che il Gattuso allenatore del Milan e l’Allegri allenatore della Juve, nonostante gli anni passati, sono rimasti esattamente gli stessi ragazzi conosciuti a Perugia: “Gattuso era già esattamente come ora e nel suo sguardo rivedo ancora il Rino di Perugia. È sempre stato a disposizione dei compagni, un ragazzo d’oro. Sì, forse oggi per il ruolo che ricopre è un po’ più pacato ma è questo suo carisma che l’ha portato a certi livelli. Gattuso è un grande compagno e fuori dal campo trasmette una spensieratezza incredibile”. Ma anche Allegri è “lo stesso di Perugia: riflessivo e ragionatore. A volte vedo che vorrebbe esplodere dentro. In campo era straordinario e fuori super. Sempre presente, anche nei momenti difficili. Auguro il meglio ad entrambi”.

“Due personalità opposte”

Un altro ex di quel Perugia di fine anni ’90 che ricorda con piacere i due compagni capaci di diventare grandi anche da allenatori, è Davide Baiocco. Quest’ultimo addirittura con Allegri è stato “anche compagno di camera. Io ero giovane e, a dir la verità, mi sentivo un po’ in soggezione. Ma non per lui, perché si è sempre dimostrato una persona tranquilla e pacata che non alzava mai i toni, tanto che per queste caratteristiche lo paragono a Pirlo e De Piero, altri due con cui ho avuto il piacere di giocare, ma perché a quei tempi verso i ‘vecchi’ c’era una specie di timore reverenziale e vigeva un rispetto assoluto”, racconta anche lui in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com.

“Mentre Gennaro veniva dalle giovanili; Max era un giocatore affermato. Rino aveva già il temperamento di ora e grande agonismo; mentre di Max ricordo la grande calma e tranquillità: aveva sempre il controllo della situazione”. Certamente “come carattere erano molto differenti tra di loro, quasi agli opposti. In prima squadra Max era già un leader, seppur silenzioso: una guida che alle parole preferiva i fatti”.

Hanno avuto la grande capacità di rimanere sempre gli stessi, al di là del successo: “Oggi rivedo in loro le stesse peculiarità di ieri. Si capiva che erano già predisposti per fare grandi cose in panchina. Poi, logico, tra il dire e il fare… Però ci sono quei giocatori che vedendoli in campo danno l’impressione di aver già la testa da allenatori. E Rino e Max erano proprio così. Dicevano sempre la parola giusta al compagno, lo indirizzavano dando sempre il loro contributo. Sono caratteristiche innate”.

Baiocco ha già deciso per chi tiferà domani: “Per il calcio! Ora ho perso i contatti con Rino e Max perché non sono uno a cui piace far ‘chiamate di comodo’. Ritengo che il rispetto, quando c’è, si mantiene anche dopo vent’anni che non ci si vede. E quando ci si vede, ci si abbraccia come se ci si fosse visti ieri”. Lo stesso abbraccio in cui probabilmente i due ex compagni avversari stasera, al di là del risultato, si stringeranno a fine partita ricordando i tempi in cui a Perugia condividevano lo stesso spogliatoio.

Alberto Trovamala

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