Ora il pensiero è rivolto allo scudetto. Domenica a Reggio Emilia contro il Sassuolo basterà un punto e i rossoneri potranno festeggiare. Campioni d’Italia per la volta numero 19 nella storia, undici anni dopo il campionato vinto con Allegri in panchina. Per adesso però tutti zitti, scaramanzia, poche chiacchiere e testa all’obiettivo. Poi si inizierà a pensare al futuro e a programmare la prossima stagione. Tra situazioni in bilico e prestiti su cui andranno prese decisioni importanti.
Il mercato è affidato a Massara e Maldini. Chi meglio di loro. Sono riusciti a creare un grande progetto, a lungo termine, senza fare regali o sconti a nessuno. Idee chiare. Le situazioni di Donnarumma e Calhanoglu, gestite in estate, sono un vedere per credere. Resta chi è convinto, chi ci crede e soprattutto alle condizioni della società. Tutti sono importanti, nessuno è indispensabile.
I due si completano. Da una parte il francese, quello che sta dietro le quinte, è amico di tutti e non parla con la stampa. Dall’altra Maldini, simbolo e rappresentante. Sono sempre presenti, non c’è chiacchierata o colloquio in cui non ci siano entrambi. Andranno sciolti molti nodi in sede di mercato e ci sarà parecchio lavoro da fare.
In primis si dovrà risolvere la questione dei giocatori in prestito. Da Florenzi, a Messias, Brahim Diaz e Bakayoko. Se il primo è quello più vicino alla riconferma e al riscatto, gli altri hanno tutti situazioni in bilico e da definire. Messias è arrivato l’ultimo giorno di mercato dal Crotone, ha esordito a ottobre poi si è fatto male. Due mesi fuori. È tornato, l’ha decisa con il Genoa e con l’Atletico, poi poco altro. Lampi sparsi e tante pause. Vista l’età e il costo del riscatto, fissato a 5 milioni, il Milan potrebbe decidere di investire altrove. Poi capitolo Brahim. Pioli ad Agosto gli dà la dieci, lo mette al centro del progetto e del gioco. Trequartista con licenza di spaziare e di inventare. Diaz lo ha ripagato con 4 gol e due assist nei primi 3 mesi, poi è sparito. Non fa un assist da dicembre e non segna da settembre. Una vita fa. Il Milan su di lui può esercitare un diritto di riscatto fissato a 22 milioni, con una possibile recompra del Real a 27. Futuro tutto da scrivere, Massara e Maldini si guardano intorno. Sicuramente ci si aspettava di più. Discorso simile per quanto riguarda Bakayoko: non ha convinto e tornerà al Chelsea. Su di lui non dovrebbero esserci grandi dubbi. Diciassette presenze, di cui solo cinque da titolare. Domenica è entrato contro l’Atalanta, ma non giocava dal 17 gennaio. Flop.
Massara e Maldini, risolta i prestiti dei giocatori attualmente in rosa, tra conferme e bocciature, dovranno mettersi a tavolino con i giocatori del Milan attualmente in giro per il mondo. Non sono pochi. C’è chi ha brillato e si è fatto notare, chi un poco meno. Da Caldara a Pobega e Adli. Con Colombo e Tsadjout che si sono fatti le ossa in B. Discorso diverso per Hague. L’Eintracht Francoforte l’ha riscattato per 8 milioni più 2 di bonus, dopo averne già versati 2 in estate. Il Milan manterrà una percentuale del 15% sulla futura rivendita. L’accordo prevedeva il riscatto obbligatorio a salvezza raggiunta. Così è stato.
Pobega, Adli e Caldara. Il primo ci ha messo poco ha stregare Juric e si è preso il posto nel centrocampo granata. È partito molto bene, poi un leggero calo. La sua stagione dice quattro gol e 3 assist. Con ogni probabilità a luglio tornerà a Milanello, dal momento che la formula è quella del prestito secco e che Pioli sarebbe felice di averlo in gruppo. Verranno poi ascoltate le offerte che arriveranno, ma dovrebbe partire in ritiro con i rossoneri.
Poi Adli. “Maldini e Massara mi chiamano per sapere come sto, guardano le partite e mi seguono. Non potrei essere più felice”. Il fantasista francese quest’anno è finito in mezzo ad un’anataccia del Bordeaux, retrocesso in Ligue 2, ma il suo talento è cristallino e si vede. Il Milan lo aspetta. Su Caldara invece la situazione è in bilico. Il centrale classe ‘94 a Venezia ha trovato continuità, spazio e minuti che gli mancavano da anni. In estate dopo un paio di amichevoli con il Milan ha scelto di partire, per trovare la condizione e il ritmo partita. Obiettivo raggiunto. Ora bisognerà vedere cosa decideranno a Milanello. Mattia è pronto a dire la sua e lo ha dimostrato.
Chi invece molto probabilmente non ci sarà è Leo Duarte, in forza all’Istanbul Basaksehir. Sul Bosforo ha convinto, 32 partite disputate e tante buone prestazioni. Per quanto riguarda i giovani sparsi per l’Italia, da Colombo a Tsadjout, il futuro dovrebbe ancora dire Serie B.
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