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Milan-Genoa, la Curva Sud lascia San Siro al 77′

Oggi alle 18 il Milan è sceso in campo contro il Genoa, con l’obiettivo di risollevarsi dopo gli ultimi risultati deludenti e consolidare il secondo posto in classifica. Per la partita gli ultras della Curva Sud hanno deciso di non sventolare bandiere o striscioni, in protesta con la società per una serie di motivi chiariti dalla Curva stessa. Ma non solo: al 77′ del match, la Curva Sud ha deciso di lasciare lo stadio in segno di protesta. Inoltre i tifosi hanno esposto uno striscione che recita: “Il rumore del silenzio”.

Milan, i motivi della protesta della Curva Sud

Questo il testo presente sulle fanzine diramate dagli ultras del Milan: A.C. Milan dove sei? Un antico proverbio che il mondo del calcio ha fatto suo da molto tempo recita “le pecore si contano a maggio”: oggi le contiamo NOI, in questa curva che vedete senza bandiere e senza striscioni per la prima volta dopo diversi anni, dopo quegli anni in cui a difesa di un Milan portato sull’orlo del baratro eravamo rimasti unicamente NOI della Curva Sud. E anche oggi, a 2 anni dalla conquista di uno degli scudetti più belli della nostra storia, noi tifosi milanisti ci sentiamo ancora una volta gli unici ad amare follemente il Milan e gli unici a difenderlo sempre, a dispetto di dirigenti e importanti personaggi della società: ma perché ci sentiamo così?”.

“Perché in questi 2 anni, oltre a un comprensibile e legittimo assestamento, non si è mai parlato chiaramente di quali siano i reali obbiettivi che la società e la dirigenza del Milan si è posta? Perché in questi 2 anni abbiamo solamente sentito parlare della costruzione del nuovo stadio? Perché in questi 2 anni è mancato qualcosa in sessioni di calciomercato che probabilmente potevano essere gestite meglio, anche vedendo come si sono mosse le rivali del Milan? Perché in questi 2 anni siamo riusciti a perdere tutto ciò che era possibile, spesso in maniera imperdonabile? Perché dopo ogni sconfitta del Milan non si alza dalla società una voce forte e autorevole a rintuzzare attacchi e falsità, soprattutto quando provengono da certi media spudoratamente al servizio della seconda squadra di Milano?”.

“Perché dopo i vergognosi torti arbitrali di questi 2 anni, anche a livello europeo, non abbiamo sentito la protesta decisa e puntuale in ogni sede da parte della nostra società? Perché in un settore fondamentale come la comunicazione i dirigenti del Milan ci lasciano sovente basiti con silenzi assordanti, dichiarazioni superficiali e perfino grottesche? Perché nonostante alcune roboanti promesse sembra che il vero obbiettivo della società sia solo la qualificazione alla Champions, quella che per il Milan è il minimo sindacale? Ecco i motivi per i quali ci sentiamo gli unici a volere davvero un Milan che sia degno della sua storia e del suo blasone, specialmente in questo inizio di maggio in cui dovrebbero essere da tempo chiari gli obiettivi futuri, le strategie e i progetti per raggiungerli e invece neppure sappiamo chi sarà il prossimo allenatore del Milan, con tutti i problemi che derivano dal ritardo con cui non si è ancora presa questa fondamentale decisione”.

Siamo al tramonto di una stagione mediocre e deludente che avrebbe potuto vivere un finale migliore ma sono stati fatti tutti gli errori possibili, anche in panchina, per finirla nel peggiore dei modi; abbiamo patito l’eliminazione in Europa League da parte di un’italiana e nessuna voce si è alzata dalla società per dire qualcosa a un popolo rossonero che, ancora una volta, ci aveva creduto e aveva spinto il Milan fino al fischio iniziale; abbiamo visto le merde festeggiare il campionato nel derby e abbiamo dovuto ascoltare parole della dirigenza rossonera che ci hanno fatto imbestialire, perché a tutto davvero c’è un limite. Ora però la nostra pazienza è finita, perché crediamo in questi 2 anni di aver dato la massima fiducia alla società e il massimo supporto alla squadra ed è arrivato il momento della chiarezza, di sapere finalmente quali siano le reali intenzioni della proprietà, se davvero le sue ambizioni coincidono con quelle del popolo milanista che oggi è stufo di dover solamente partecipare, di doversi accontentare di un piazzamento in Champions quando ben altro chiede e merita la storia e la tradizione del Milan”.

 

 

“Non è stato facile decidere di non esporre i nostri striscioni e sventolare le nostre bandiere, però è giusto far vedere come potrebbe diventare San Siro quando si portano i milanisti al limite, quando si sottovalutano l’amore e la fedeltà di una tifoseria capace di trascinare la sua squadra a vincere lo straordinario scudetto di 2 anni fa, grazie alla creazione di un’unione perfetta tra chi scendeva in campo e chi era sugli spalti. Avete goduto della nostra fede, avete visto il sostegno incessante di un popolo follemente innamorato, sapete quanti siamo e cosa siamo pronti a fare per il nostro Milan: cosa vi serve ancora per fare quei passi che ogni milanista vi chiede? Cosa aspettate per rispondere con i fatti, non con le chiacchiere, alle domande che ogni milanista vi pone soffrendo e tifando per quel Milan che non è un brand, che non è un’azienda, che non è una factory ma che è, invece, tutta la sua vita? Valutate e scegliete bene i vostri passi futuri, non c’è più tempo da perdere cari signori, se volete continuare ad avere il sostegno ineguagliabile di tutto il popolo rossonero che ha sempre e soltanto il Milan nel cuore”.

 

 

Durante la partita alcuni tifosi hanno mostrato degli striscioni con su scritte le richieste alla società: “Strategia comunicativa”, “Presenza istituzionale”, “Acquisti mirati”, “Coesione”, “Ambizione”, “Capacità”, “Un progetto vincente parte dalla società”.

Redazione

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