Che ci fa un fiorentino a Siviglia? Futbol, il cuore ha battuto sempre per quello. Dal Duomo all’Alcazar, Cristiano Piccini ci ha messo poco per ambientarsi. Innamorato di Sevilla e dei suoi colori, soprattutto quelli del Betis. Il bianco e il verde, tatuati ormai sulla pelle. Consigliato da Joaquin tre estati fa, spagnolo che presto lo ha raggiunto. Quando per Piccini il prestito si è trasformato in titolo definitivo, con recompra in mano alla Fiorentina per due stagioni. Lo ha voluto Pepe Mel, lo ha voluto – soprattutto – Eduardo Macia che lo aveva conosciuto a Firenze. Lui, Cristiano, non poteva lasciare il percorso a metà: dopo la promozione in Liga di due anni fa, in un Villamarin da brividi pieno ogni domenica, non ha voluto rinunciare a marcare Messi e Ronaldo. Terzino sfortunato a volte sì, tanti infortuni a fargli spesso compagnia. L’ultimo la rottura del crociato nella scorsa stagione che l’ha costretto ai box da gennaio in poi. Non ha mai mollato, neppure quando l’unica soluzione per uscire dai problemi era la camera iperbolica. Quest’anno non ha perso tempo: già 20 presenze in Liga firmate con 2 gol e 3 assist. Irrinunciabile.
A Firenze? Lo ricordano sì, perché rimangono affezionati ai propri talenti. E poi… uno scudetto Allievi ed una Coppa Italia Primavera, con tanto di gol in finale all’Olimpico contro la Roma. Mica male per un terzino col fisico da modello ed i piedi da esterno alto. Una vita nel vivaio, la ‘c’ strascicata a tradire le origini. Arrivò anche l’esordio in A con la Fiorentina: 5 dicembre 2010, poco più di 10 minuti al posto di Pasqual nella vittoria sul Cagliari. Era la Fiorentina di Mihajlovic, Sinisa (dicono) stravedeva per lui. Poi ancora tanta Primavera prima del giro del Tirreno in prestito. Protagonista con lo Spezia in B e col Livorno in A, poi… la chiamata del Betis in Segunda. 34.000 abbonati, per la seconda serie. Bastano a capire l’amore di una città per il suo Betis? Forse sì, Cristiano Piccini lo ha capito eccome. Ed ha capito, col passare dei mesi, anche l’importanza di quel derby contro il Siviglia giocato lo scorso anno contro Immobile. Su di lui prima della rottura del crociato c’era il City e chissà che la squadra di Guardiola, dopo una stagione del genere, possa farsi di nuovo avanti. Vuoi mettere Manchester con Siviglia? La pioggia, la nebbia, il freddo… Però, nel calcio, che prestigio la maglia dei Citizens. Solo un sogno? Per ora la testa è ben salda a Siviglia sponda Betis, dove si è ambientato alla perfezione e vuole continuare a stupire.
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