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Owen: “L’infortunio una tortura. Il Pallone d’Oro? Non sapevo cosa fosse”

Nel 2001 era sulla bocca di tutti: a soli 21 anni Michael Owen è stato premiato con il Pallone d’Oro, il massimo riconoscimento individuale nel mondo del calcio. Sembrava l’inizio di una carriera leggendaria, e invece è stato l’ultimo acuto di un talento, come tanti, tradito dagli infortuni

A 21 anni pensavo di poter vincere un altro Pallone d’Oro. Ancora non lo sapevo che gli infortuni mi avrebbero compromesso tanto”: in un’intervista al Daily Mail, l’ex attaccante inglese ha ripercorso la sua carriera, ricordando quei momenti.

“Avevo la testa dei migliori, ma il corpo mi ha tradito”

“Avevo scritto ‘Owen’ sulla schiena, ma non era ‘Michael Owen’. Avevo la mentalità di uno dei migliori giocatori del mondo, ma il mio corpo mi stava tradendo. Era una tortura. Ma dentro di me so quanto ancora avrei potuto dare” ha dichiarato l’inglese. 

L’episodio chiave della sua carriera è infatti il grave infortunio arrivato nel 1999, quando Owen vestiva la maglia del Liverpool. “Avrei preferito rompermi la gamba. Il peggior infortunio per me è stata la rottura del tendine del ginocchio. È stato un punto debole della mia carriera. Fino ad allora ero integro, non avevo mai perso una partita. Sir Alex Ferguson dice sempre che se avesse firmato per il Manchester United da bambino, non sarebbe successo, mi avrebbe protetto, riconosce l’inglese.

Eppure, l’apice della sua carriera arriva nel 2001, all’età di 21 anni: Dai 10 ai 17 anni penso che non ci fosse nessuno così bravo al mondo. A 18 anni segnavo gol al Mondiale, a 21 anni il Pallone d’Oro. Ma onestamente, ero meglio a 19 anni”.

Il Pallone d’Oro

Owen ha raccontato anche il momento in cui ha scoperto di essere stato premiato con il Pallone d’Oro: “Ero negli spogliatoi dello Stadio Olimpico per giocare contro la Roma quando Phil Thompson mi ha fatto cenno di uscire. Gerard Houllier era malato ma era al telefono. Ha detto: “Questo è un segreto assoluto, ma volevo darti una spinta: hai vinto il Pallone d’Oro“. 

Ero emozionato, ma sarò onesto, non sapevo davvero cosa fosse. Non era così importante in Inghilterra. Anche quando mi hanno consegnato il trofeo ad Anfield, ho pensato: portatelo fuori dal campo, stiamo per iniziare!”

Redazione

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