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Miangue: “Ho voluto fortemente il Cagliari: pensavo di arrivare prima. Modelli? Marcelo e Alaba”

Senna Miangue si presenta ai tifosi del Cagliari. Arriva per “sfrecciare” sulla fascia il giovane terzino scuola Inter, proprio come faceva in macchina l’idolo di papà, Ayrton Senna. Già, il nome lo ha ereditato dal campione brasiliano e anche il numero, il 12, scelto in onore del Senna pilota. Prestito con diritto di riscatto (con eventuale contratto fino al 2021) e contro-riscatto per l’Inter: se ne riparlerà a giugno. Ora Miangue è rossoblù e, oltre che in campo, dovrà sgomitare anche durante gli allenamenti: per una maglia da titolare dovrà vedersela con Nicola Murru. Nessun problema, Senna non parte in “pole” ma cercherà di recuperare a “gara in corso” le distanze, magari a partire da quella con il Bologna di domenica prossima:

“Sono qui per crescere e credo che il Cagliari sia la scelta migliore per me. Sono un terzino a cui piace spingere sulla fascia, ma devo migliorare la fase difensiva. Posso fare anche il centrale, giocherò dove mi chiederà l’allenatore. Cercherò di conquistarmi uno spazio e penso che sia bello che ci sia concorrenza. Non ci saranno dualismi con Murru, che reputo molto bravo e che ha sicuramente più esperienza di me. Modelli? Ho sempre apprezzato Marcelo e David Alaba, guardo spesso le loro partite per rubargli qualche segreto. Qui a Cagliari potrò studiare attentamente un difensore con esperienza internazionale come Bruno Alves: ha vinto tanto, da lui non si può che imparare. Non ho avuto la possibilità di parlare con Nainggolan. Ho invece consultato Antonini Lui prima di venire e mi ha consigliato di accettare: eravamo compagni nella Primavera dell’Inter”.

Alcune curiosità sul nuovo “gioiellino” del Cagliari: “Perché ho scelto la maglia numero 12? Un omaggio a Ayrton Senna: mio padre era un suo grande tifoso. Sono arrivato in Italia nel 2013 dopo che l’Inter mi notò durante una partita dell’Under 15 del Belgio. Decisiva per il mio arrivo in Italia è stata mia madre, è sempre stata molto importante: mi fa sentire il suo appoggio anche a distanza. Conoscevo già il Cagliari, è una delle poche squadre italiane ad aver vinto lo scudetto e quindi è un grande onore indossare questa maglia. Quale canzone ho cantato come battesimo? Una canzone di Drake: il gruppo mi ha accolto benissimo. Ho scelto con convinzione di venire qui e potevo arrivare già prima: per fortuna la trattativa è andata a buon fine. Non ho mai pensato che potesse saltare tutto e adesso non voglio pensare al futuro, ma solo al Cagliari”. Se ne riparlerà tra sei mesi.

Francesco Caruso

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