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“Seguo Inzaghi, mi ispiro a Biglia”. Personalità, Agassi e la Cina: Murgia studia da leader

Riscaldamento, Dolomiti sullo sfondo. Kishna dribbla e Keita lo sfida. I due si divertono così, ridendo. Ma un altro ventenne ne ruba i segreti. In silenzio. Classe ’96, si chiama Alessandro ed è al secondo raduno coi grandi. Faccia pulita, piedi buoni. Spontaneo. Alcuni non lo riconoscono, specie i bambini: ‘Scusa, come ti chiami?”. Alessandro Murgia. Testa alta, personalità e un pizzico di fantasia. Schierato regista nelle ultime amichevoli, Murgia ha disputato due ottimi match uscendo tra gli applausi.

‘Anvedi come gioca…”. Sugli spalti è Murgia-mania. Punizione, traversa. Faro a centrocampo. Merito della sicurezza con cui affronta ogni partita. Quasi veterano. Si fa dare il pallone, incita i compagni. Personalità. In mezzo, poi, un ottimo maestro da cui imparare l’arte del palleggio: “Mi ispiro a Biglia”. Proprio come Bertolacci, ormai di famiglia a casa Murgia, in quanto sua sorella Nicole (attrice) è sposata col calciatore del Milan. I due hanno un buon rapporto, facile averlo se si ha in comune la passione per il calcio. E chissà quanti consigli gli avrà dato Andrea, tra cene fuori e chiacchierate sul divano. Murgia gioca e stupisce, seguendo Inzaghi fin da Norcia: “Abbiamo trascorso tanto tempo insieme, lo conosco e lo seguo”.

Studia da Biglia, legge Open e ha un fan particolare: si chiama Gong Ming, viene dalla Cina. E qualche mese fa, nel centro sportivo di Formello, gli ha fatto recapitare anche una lettera. Internazionale, apprezzato. Ex stella della Primavera – recordman di presenze con la Lazio – Murgia ha vinto tutto tranne lo Scudetto, sfumato contro il Torino. Maledetti rigori. Poco male, bastano due Coppe Italia e  una Supercoppa. Cresciuto nel Colombo, Murgia è approdato alla Lazio da bambino per realizzare un sogno.

E’ bastato un provino, merito di papà: Lui era piccolo e io ancora mi divertivo a giocare, mi vedeva tornare a casa con il borsone a spalle e la faccia soddisfatta”. Ora si gode il ritiro e stupisce tutti. Ma quel sogno è ancora lì, da realizzare. Enfant prodige, Craque. Ma piedi per terra e sguardo sui grandi. Semplicemente, Alessandro Murgia.

Francesco Pietrella

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