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Mezzo italiano e mezzo tedesco, Luca Caldirola indica la strada all’Under 21: “Italia, ecco come si batte la Germania”

La Germania è oramai la sua seconda casa, ma il cuore di Luca Caldirola è ancora tutto italiano. L’Under 21 per lui vuol dire ricordi in agrodolce. Da capitano degli azzurrini nel 2013 è arrivato a un passo dal traguardo più prestigioso: il titolo sfumato solo in finale contro la Spagna degli extraterrestri (Isco, De Gea, Thiago Alcantara, Morata e tanti altri…). Ecco perché lui sa come si fa per compiere vere e proprie imprese a tinte azzurre. “Non so cosa ci sia di più bello di giocare in un Europeo contro la Germania – racconta a gianlucadimarzio.com – ed è per questo che non servirà neanche trovare le motivazioni giuste”.

Werder Brema, Darmstad e poi ancora Werder, le ultime stagioni di Caldirola sono state tutte in Bundesliga, ed è per questo che il difensore italiano conosce molto bene i punti forti e soprattutto i punti deboli dell’Under 21 tedesca. “A fronte di un grande reparto offensivo, dietro possono lasciare spazi che con i giocatori rapidi come Berardi e Bernadeschi possono sfruttare al meglio per fare male”. Non vuol dare consigli perché “l’Italia ha già grandi campioni”, ma una motivazione in più per fare bene e centrare le semifinale. “A me l’Europeo in Israele ha cambiato la vita: dal Brescia in serie B sono andato in Bundesliga e mi sono definitivamente affermato in campo internazionale”.

Ed è lì che ha avuto la possibilità di studiare da vicino due dei giocatori più temibili della Germania Under 21. “Gnabry era con me quest’anno al Werder e ha fatto un’ottima stagione, non a caso l’ha preso il Bayern Monaco. Da un momento all’altro ti può risolvere la partita. Ha la qualità per trovare gli spazi e nell’uno contro uno è fortissimo. Se gli lasci mezzo metro diventa letale”. Come lui anche Selke. “In questa stagione ha giocato poco al Lipsia ma è un attaccante forte. E’ la classica prima punta alta. In area di rigore bisogna stare attenti, ha toccato mezza palla contro la Danimarca e l’ha messa sotto l’incrocio”. Ma ecco il consiglio per Rugani e compagni. “Se giochi duro, dopo un po’ si perde, bisogna mordergli le caviglie”.

Due anni fa Luca Caldirola e Selke hanno giocato insieme, ovvero prima che il tedesco lasciasse il Werder Brema per il Lipsia. Ma non, come detto, ne conosce anche altri. “Occhio anche a Mayer che è fortissimo. In generale sono una grande squadra e non c’è da meravigliarsi se le hanno vinte tutte agilmente fino ad ora”.

Ma per la legge dei grandi numeri gli azzurri ci possono credere. Con un tifoso a metà tra Italia e Germania, anche se Luca Caldirola sabato sera non avrà dubbi: il suo cuore sarà tutto per i ragazzi di Di Biagio che a distanza di 4 anni possono provare a centrare quel traguardo che a lui è sfuggito solo per un soffio.

Bruno Majorano

Laureato in giurisprudenza ma più o meno giornalista sportivo. Perché al diritto penale preferisco quello di Djokovic. Perché alle sanzioni civili preferisco quelle del giudice sportivo. Perché basta che in campo ce ne siano 22 e tutto il resto viene dopo. Pubblicista dal 2010, professionista dal 2013 e “calcista" dal 1988. Se volete sapere qualcos'altro su di me seguite quello scrivo. Non sempre ho ragione, ma provo a raccontare la verità. Provo a farvi guardare il mondo del calcio dal un'altra prospettiva: con i miei occhi, nonostante i quasi 9 gradi di miopia, ma con un paio di lenti a contatto e all’occorrenza anche un paio di occhiali di sole. Ho sentito dire che “Scrivere è sempre meglio che lavorare…”, aggiungo che scegliere come hobby il proprio lavoro è la cosa più gratificante che si possa fare nella vita. Per gianlucadimarzio.com mi trovate un po' ovunque. Ah, un avviso ai naviganti: non prendetemi troppo sul serio!

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