Dopo quattro anni, Messina è tornata nel calcio professionistico. Un finale immaginato per tanto tempo da Pietro Sciotto, presidente dell’Acr Messina, sin da quando da professore in materie letterarie decise di lasciare la cattedra per realizzare qualcosa di speciale nella sua terra: “Sono partito da zero. Dopo la mia laurea in materie letterarie – ricorda emozionato – ho fatto il professore per alcuni anni ma non ho voluto lasciare la mia terra per trasferirmi altrove. Così ho deciso di ricominciare da capo con l’intento di fare qualcosa di importante restando in Sicilia”.
Un racconto entusiasmante, il suo, tra calcio e imprenditoria. La sua storia parte da Gualtieri Sicaminò, comune con poco più di mille anime in provincia di Messina, quando sin da bambino immaginava di diventare un giorno il presidente della sua squadra del cuore: “Sin da bambino sognavo di diventare il presidente del Messina”, confida ai microfoni di Gianlucadimarzio.com il patron del club giallorosso Pietro Sciotto.
Così, lasciata la professione di insegnante, Sciotto investì sul mercato automobilistico. Come compagno di vita, ovviamente, una presenza constante e parallela il calcio: “Per me il calcio è sempre stata una grande passione. La voce rauca che mi ritrovo l’ho ereditata dopo tanti anni in panchina: quando perdevo stavo male almeno per due giorni. Mi piaceva molto studiare, applicarmi e fare le cose in modo dettagliato: speravo di fare qualcosa di più importante come allenatore, ma sono contento per quello che ho fatto”.
Dopo quattro anni di sacrifici e delusioni, lo scorso luglio la gioia più grande, il ritorno nel calcio professionistico: “La promozione è arrivata al mio quarto anno da presidente, anche se speravo di raggiungerla prima. Ci sono capitate nel girone squadre come Bari e Palermo, questo ha complicato il nostro percorso”.
Ora la squadra dovrà misurarsi nel calcio professionistico, con la nuova stagione che è iniziata nel migliore dei modi grazie alla qualificazione al prossimo turno di Coppa Italia, merito della vittoria contro la Juve Stabia, poi il rocambolesco pareggio per 4-4 contro la Paganese alla prima di campionato: “È stato un bellissimo risultato, peccato per il pari a Pagani ma è il calcio. Ho dato fiducia al direttore Lo Monaco perché penso sia la persona giusta, vedremo: sono molto scaramantico quindi non mi spingo oltre nei pronostici – aggiunge sorridendo. Per la panchina – prosegue il presidente giallorosso – la scelta è ricaduta su Sasà Sullo che reputiamo un allenatore importante, a cui abbiamo dato un’ottima squadra”.
E domani sarà già derby. Neanche il tempo di ambientarsi nella nuova categoria, infatti, e il calendario mette subito di fronte Messina e Palermo nella seconda giornata del campionato. Una sfida che torna tra i professionisti a distanza di 14 anni dall’ultima volta. All’epoca Palermo e Messina lottavano in Serie A, oggi si ritrovano in C: “Il Palermo – continua Sciotto – è una squadra forte, di valore, che ha tutto per vincere il campionato: noi faremo sicuramente la nostra partita, poi vedremo come finirà. Il nostro girone è a tutti gli effetti un campionato di Serie B con società importanti e piene di storia, un torneo bellissimo”.
L’amore per il calcio parte da lontano, con gli anni in panchina e con un pensiero costante rivolto al domani. Un percorso partito da lontano: “Quando allenavo lo ripetevo sempre ai miei ragazzi che un giorno mi sarebbe piaciuto diventare il presidente del Messina”.
Un sentimento incondizionato vissuto sempre con i propri cari: “Il Messina per me è passione – racconta il presidente – condiviso sempre con la mia famiglia. La vittoria dello scorso campionato, infatti, l’ho dedicata a mio fratello Pippo che purtroppo è mancato poco tempo fa. Con lui ho condiviso sempre il mio percorso nel mondo del calcio, sin da quando eravamo bambini”. E qui, inevitabilmente, ritornano i ricordi: “Mio padre aveva un panificio, ci ha cresciuti uniti con tanti sacrifici. Spesso vorrei mollare tutto perché penso di non poter continuare a fare calcio senza mio fratello che era la mia guida”.
A proposito di panchina, il presidente svela un curioso retroscena di mercato: “Sono sempre stato affascinato da Zeman. Come modelli ho sempre guardato più alla panchina che ai presidenti. Sono stato allo stadio Olimpico per l’inaugurazione degli Europei, seduto accanto a me c’era mister Zeman. Ho parlato tanto con lui, confidandogli il mio sogno di portarlo a Messina: ancora, però, non avevamo la certezza di essere promossi in C, così purtroppo si è accasato al Foggia. Per me sarebbe stato un sogno: è un grande allenatore ed è un valore anche per la società per cui lavora, perché valorizza al massimo i calciatori in rosa. Basti pensare a Verratti, Immobile e Insigne che sono protagonisti della nazionale campione d’Europa. Senza di lui non sarebbero arrivati dove sono, parliamo di un mito”, conclude il presidente dell’Acr Messina Sciotto.
Ora il palcoscenico della Serie C: non il fine, piuttosto l’opportunità di continuare a sognare grandi traguardi, nel percorso disegnato e immaginato nei vialetti di Gualtieri Sicaminò. Insieme al fratello Pippo, sempre lì, a condividere ogni emozione del sogno chiamato Messina.
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