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​Meret e Younes, la fine di un incubo: una prima volta da ricordare

Un giorno da ricordare. Perché è la fine di un incubo e al tempo stesso l’inizio di un’esperienza importante, per Alex Meret e Amin Younes, giunti ad una tappa importante della propria carriera. Napoli, infatti, è abituata al calcio che conta: stabile presenza in Europa, da anni prima antagonista della Juventus nella lotta allo scudetto. Ed entrambi, ora che hanno risolto i rispettivi problemi fisici, dovranno dimostrare di essere all’altezza di un contesto simile.

Alex Meret era arrivato a Napoli in un’operazione che aveva portato in azzurro anche Orestis Karnezis. I due portieri erano stati acquistati dall’Udinese per poco più di 27 milioni di euro e al giovane sarebbe stata affidata la porta degli azzurri. Tuttavia, la frattura dell’ulna occorsa all’inizio del ritiro ha costretto la dirigenza napoletana a tornare sul mercato, prendendo in prestito David Ospina alla fine del calciomercato estivo. Il problema, dopo l’operazione, sembrava potersi risolvere per la metà di settembre, prima che fossero riscontrati dei problemi relativi all’apposizione di una placca di ferro all’interno del braccio del portiere.

Complicazioni, queste, che ne hanno ritardato l’esordio, giunto finalmente oggi nella sfida col Frosinone. Una partita che non è stata troppo indicativa sul suo stato di forma, dal momento che non è mai stato realmente chiamato in causa, ma che serve ad aumentare la fiducia quando ci saranno avversari ben più impegnativi.

Amin Younes sarebbe dovuto essere l’esterno di rinforzo da prelevare lo scorso gennaio. Il fatto che fosse a scadenza pochi mesi dopo, aveva convinto il Napoli che la trattativa non avrebbe preservato grandi complicazioni. Invece, l’offerta maggiore dello Swansea e la volontà del tedesco di vestire l’azzurro ha rimandato ogni discorso alla fine della stagione. I diversi infortuni hanno poi convinto Ancelotti a tenerlo fuori dalla lista Champions e ne hanno ritardato la possibilità di giocare.

L’ultimo problema fisico è una distorsione alla caviglia, capitata a fine novembre. Ma ora la tendenza è stata invertita: nei 17 minuti più recupero che ha avuto a disposizione oggi, ha mostrato diversi spunti interessanti e ha lanciato un messaggio chiaro all’allenatore, che ora può finalmente considerarlo diversamente. Specialmente se, col passaggio del turno, il Napoli continuasse ad essere coinvolto in tre competizioni.

Salvatore Malfitano

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