Ibrahim Mbaye, PSG (Imago)
Dai campetti di cemento della periferia alla Champions League, la storia di Ibrahim Mbaye
“La Boxe ti insegna la disciplina, a resistere ai colpi e restare in piedi. Il calcio a trasformare quella forza in velocità e tecnica”.
Cresciuto nella provincia parigina a Trappes, Ibrahim Mbaye nella sua vita ha sempre dovuto fare i conti con i più grandi. Dalla palestra in cui si allenava con suo padre, passando per il campetto in cemento della propria cittadina con cui giocava con il fratello maggiore.
Che fosse con indosso i guantoni da Boxe o con la palla da calcio ai piedi, ogni giorno Mbaye imparava ad affrontare la vita applicando gli insegnamenti della palestra al campo e viceversa. Quelle giornate passate a ritagliarsi uno spazio per giocare o per combattere lo hanno forgiato, e adesso seppur sia il più piccolo in campo son gli altri a dovergli stare appresso.
In campionato aveva esordito da titolare all’età di 16 anni e mezzo lo scorso anno, diventando il più giovane esordiente dall’inizio del Psg. Oggi, a quasi un anno di distanza, Luis Enrique gli “regala” una maglia da titolare in Champions League contro il Barcellona. Ecco Ibrahim Mbaye, la nuova “bright star” del Psg.
Nella famiglia di Mbaye la boxe non è uno sport. È culto, è scuola di vita. Tre volte campione di Francia Souleymane, papà di Ibrahim, cerca di trasmettere tutto questo ai propri figli. Dalla tenacia alla resistenza, fino alla disciplina. Mbaye cresce nella palestra del padre, dove impara tutto questo. Respira la disciplina e il lavoro che la boxe fa anche nelle vite più dure di chi la pratica. Si allena, cresce con loro e con queste storie. Ma la sua passione è un’altra.
Il fratello infatti lo porta spesso a giocare con lui e i suoi amici al campetto. Ibrahim, come sempre capita, è il più piccolo. Ma capisce subito che quello che ha imparato sul ring gli potrà esser utile su quel campetto di cemento. Toglie i guanti e infila gli scarpini, e come per magia non è più il più piccolo del campo. Ma semplicemente il più forte.
Il Psg si rende subito conto che Mbaye ha qualcosa di speciale, e a 10 anni lo porta nel proprio settore giovanile. Abituato a stare con i più grandi, il giovanissimo Ibra risulta subito fuori categoria con i pari età, e diventa quel ragazzo che tutti vogliono in squadra.
Luis Enrique, uno che di talenti ne ha visti, rimane sin da subito impressionato dal ragazzo e lo aggrega alla prima squadra. Nella prima giornata della scorsa stagione a 16 anni e mezzo, lo manda in campo dal primo minuto, facendolo così diventare il più giovane esordiente titolare della storia del Psg. Oggi, dopo un inizio di stagione in cui ha trovato spazio, arriva l’ennesimo attestato di stima. Un posto negli undici Campioni d’Europa contro il Barcellona. Predestinato? Forse, ma sarebbe riduttivo descriverlo così. Sarebbe riduttivo per i suoi sacrifici, per la sua tenacia e persino per il suo talento, che non ha mai smesso di coltivare ogni giorno, dal ring ai campetti. Ma sarebbe soprattutto riduttivo per gli insegnamenti che gli hanno lasciato la boxe e suo padre dove “Nessun traguardo è così lontano da non poter esser raggiunto dal lavoro”. E fino a ora quel lavoro sta ripagando eccome. “Il Psg è il club della mia vita, sono orgoglioso di poter vestire questa maglia” aveva dichiarato. Adesso, quel club, Ibrahim Mbaye è pronto a prenderselo..
A cura di Luca Jannone
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