Inter–Torino per Sandro Mazzola non è una partita come le altre è una questione familiare. Il papà campione del Grande Torino, lui dell’Inter tra le cui fila giocò 565 partite segnando 158 gol e vincendo tutto. Un campione in campo e fuori che ha legato la sua carriera ai colori nerazzurri, ma anche inevitabilmente a quella del Torino di cui il papà fu grande protagonista.
“Al Filadelfifa è legato il mio primo grande successo come attaccante“ – racconta l’ex capitano dell’Inter alla Gazzetta dello Sport – “Per farmi giocare quella
sfida, Italo Allodi dovette esercitare
una pressione diplomatica sul preside della mia scuola. La gara era fissata per il sabato, giorno in cui il mio professore di matematica, Gagliardi, aveva fissato la mia interrogazione decisiva: promosso o bocciato. Mia mamma quando le dissi che dovevo andare a Torino, si rifiutò di firmarmi una giustifica fasulla. Se non avessi fatto quell’interrogazione probabilmente per un bel po’ non avrei visto un campo da calcio. Allodi allora chiese e ottenne di anticipare la gara al venerdì. All’interrogazione me la cavai: tre domande abbordabili e qualche risposta farfugliata. Il professor Gagliardi fu comprensivo e come al solito mi fece compilare la schedina del totocalcio per lui. Un rituale.
La partita? Feci gol e vincemmo. Ma fu la mia prima volta a Torino e arrivando in macchina passai davanti a Superga. Era la prima volta che la vedevo, non c’ero mai voluto andare. Non piangevo, ma tremavo. Avevo lo stomaco sotto sopra tanto che cercai di vomitare. Da quel momento credo che il Torino divenne un po’ la mia seconda squadra. Mi dispiace non averci giocato, ma ero all’Inter, ero una bandiera… e poi una volta certi legami erano più sacri. Sono contento di aver chiuso la mia carriera da dirigente al Torino.
Icardi o Belotti nella mia squadra ideale? Scelgo Belotti. Tutte le volte che
prende palla ti trasmette la
sensazione che sta perfare la
giocata imprevedibile. E si
spende molto per la squadra,
fa i movimenti che aprono
spazi a chi arriva da dietro, in
area sa farsi trovare. E’ completo, è destinato a fare il titolare della nazionale. Icardi? E’ il classico uomo d’area di rigore. La soluzione finale. Quando il centrocampista o
l’esterno sono in difficoltà
mandano la palla in mezzo e
Icardi trova il modo di diventare pericoloso.
Mazzarri? A me è sempre piaciuto e da
dirigente lo avrei preso, quindi
mi fa piacere che abbia in mano
questo Torino rilanciato dal ricco calciomercato fatto da Cairo. Spalletti? Piace ai tifosi ed è impegnato nell’operazione rilancio. Non penso che debba sentirsi insidiato da altri allenatori. Ha una squadra che è l’anti Juve, forte in tutti i reparti e con ottime alternative. Gli scudetti non si vincono in estate però. ma in primavera. Deve lavorare bene con gli uomini a disposizione, ma sono convinto che lo farà”.
L’intervista completa sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi
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