Un avvio di nuova esperienza inglese con il Watford tutto sommato positivo, con tanto di successo sul Manchester United di Mourinho ed un debutto in Premier che per Walter Mazzarri, post esonero dalla panchina dell’Inter, rappresenta un rilancio importante per tentare di dimenticare la delusione del periodo vissuto in nerazzurro. Di questo e molto altro il manager degli Hornets ha parlato al Corriere della Sera, soffermandosi anche sulla situazione di de Boer e su aneddoti tra Mourinho, autobiografia e nuova vita inglese:
“Ero dispiaciuto per non aver avuto potuto concludere il ciclo che avevamo avviato, riportando l’Inter in Europa. C’era rammarico, ma sono abituato a guardare avanti. E l’ho fatto da subito. Sono autocritico, ma sempre orgoglioso di quel che faccio: la soddisfazione più grande è ciò che lascio ai giocatori. Le esperienze aiutano a crescere, tutte. Ma il tempo è galantuomo, mettiamola così. De Boer? Quando una società sceglie un allenatore dovrebbe farlo in maniera convinta, dandogli il tempo giusto per esprimere le proprie idee di calcio”. Spazio anche al capitolo Icardi, sul quale Mazzarri però sorvola: “Sono stato l’allenatore di Mauro e all’epoca si è comportato bene. Era un giovane che abbiamo aiutato a crescere, parlavo con lui quasi tutti i giorni. E ci ha regalato soddisfazioni”.
Poi, la nuova avventura in Premier: “E’ un campionato affascinante. Il progetto della famiglia Pozzo al Watford mi è piaciuto subito, posso condividere con il presidente il mio modo di fare calcio, provare a far crescere il gruppo e togliermi qualche soddisfazione. La quotidianità qui è più vicina al mio modo di essere: il rigore, il rispetto delle regole, l’ordine. Nella vita come nel calcio, si parte dalle regole per vincere. C’è competitività ma anche maggiore cultura calcistica”. Dall’Inghilterra alla Serie A, parlando anche di quello che fu il “suo” Napoli: “Juventus da sesto scudetto in fila? Probabile. Ogni anno costruiscono la squadra per vincere il titolo. Hanno storia, soldi ed esperienza. E a livello tecnico sono i più forti. Il Napoli? Oggi è un club con un progetto importante, ma inevitabilmente diverso da quello della Juventus. L’idea è quella di restare competitivi, attestarsi nelle zone alte della classifica”.
Via anche alle curiosità finali, tra Mourinho e il sempre stimato Hamsik: “Mourinho, al mio arrivo all’Inter, mi fece auguri e complimenti. Poi ogni tanto è capitato di incontrarci e scambiarci pareri. Dopo la partita ci siamo confrontati su diverse cose. Questa è la cultura calcistica che mi piace. Hamsik? Datemi una squadra con venti Hamsik e vinco tutto! Come tipologia di giocatore è il top. Ha un’intelligenza tattica straordinaria”.
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