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Tre gol in quattro gare: ecco perché Maximilian Ibrahimovic (non) è il nuovo Zlatan

Dalla tribuna c’è chi gli grida “Vai Zlatan!”. E, in effetti, leggere sulla sua schiena “Ibrahimovic 11″ evoca più di qualche ricordo. Eppure, Maximilian Ibrahimovic non è suo padre. Non lo è per caratteristiche tecniche, per posizione in campo e per struttura fisica. Zlatan è soltanto il suo secondo nome. E Ibrahimovic, in verità, uno dei suoi due cognomi: prima, infatti, c’è quello della madre, Seger. Ma se c’è una cosa che accomuna Ibra junior a Ibra senior, è la capacità di cercare e trovare l’appuntamento con il gol.

 

 

Gran dribbling e gol da fuori: i colpi di Maximilian Ibrahimovic

Tre reti in quattro partite: il tabellino di Maximilian in questo inizio stagione con la Primavera del Milan impressiona e lascia ben sperare. Ma, lo ripetiamo, Maxi non è Zlatan. È biondo, alto ma non un gigante (una decina di centrimetri in meno del padre), e gioca da ala sinistra: niente centravanti, Ibra junior è un calciatore tutto dribbling e tecnica. Salta l’uomo e calcia in porta: giocata che gli riesce benissimo. Poche ore fa, contro l’Empoli, ha segnato proprio così: dribbling con il destro, tiro potente con il sinistro. Sotto l’incrocio.

 

 

I colpi non gli mancano di certo. E i gol nemmeno: ne aveva già segnati due alla prima di campionato contro l’Udinese. Il primo un tap-in, il secondo un bel destro all’angolino dal limite.

Ha alcune doti importanti e vari diffetti su cui lavorare, e in campo gli viene lasciata molta libertà: tocca tanto il pallone, spesso dribbla e subisce fallo, a volte va a calciare, altre perde il pallone. Non si pensi a un esterno di gamba, alla Leao. Piuttosto, a un centrocampista di propensione offensiva, allargato in fascia. Con un buon controllo e capace di segnare. D’altronde, se non avesse il gol nel sangue lui, chi dovrebbe averlo?

 

 

Pressione e legacy

Sulle spalle porta un cognome importante. C’è chi lo percepisce come un peso, lui no. Il più delle volte la pressione gli scivola addosso, per la gioia di papà Zlatan. Max ignora le voci: ha un carattere meno ‘infuocato’ del primo Ibra di Malmo e Ajax, ma una determinazione simile. Come il padre ha scelto di vestire la maglia numero 11. E così, ai 93 gol in 163 partite al Milan di Zlatan, si aggiungono i 3 in 4 presenze (in Primavera) di Maximilian. “Ibra, 11″: legacy rossonera.

Luca Bendoni

L'amore per il calciomercato è sbocciato prestissimo: ho cominciato a raccontarlo a 10 anni e non mi sono più fermato. D'estate in giro per Milano a caccia di incontri, procuratori e direttori, d'inverno studente. I primi pezzi su GianlucaDiMarzio.com nel 2019, sognando di fare della mia passione un lavoro.

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