Un'intervista speciale, quella rilasciata dall'ex stella della Juventus e della nazionale italiana, Mauro German Camoranesi, ai microfoni di un'emittente radio argentina Club 947, dove ha raccontato alcuni suoi ricordi bianconeri, la conquista del Mondiale del 2006 e di quel gruppo Whatsapp in cui ci sono tutti gli eroi di Berlino, per poi passare al presente.
"Nel gruppo whatsapp ci sono tutti i ragazzi che hanno vinto il Mondiale e i due allenatori. Non ci sono foto oscene o meme, nessuno disturba. È un gruppo tranquillo, in cui ci facciamo gli auguri di compleanno". Tra i partecipanti al gruppo ci sarebbe anche Materazzi, l'ex difensore dell'Italia, colpito con una testata dal francese Zidane durante la finale del 2006: "Che gli ha detto Marco? Qualcosa sulla sorella. Zidane era una testa calda. Tutto il mondo lo ama, io non ho giocato con lui, ma i compagni che lo hanno fatto lo adoravano. Profilo basso, molto tranquillo, un vincente ma anche uno che si arrabbiava facilmente. Non si accontentava di essere solo un gran giocatore. Se c’era da mettersi a litigare, lo faceva".
Sul trasferimento al Boca Juniors di Daniele De Rossi, altro suo ex compagno azzurro, ha commentato: “Ho parlato con lui prima che si ritirasse, ma non immaginavo che stesse venendo qui. Sono felice per lui".
"La settimana scorsa sono andato a un allenamento della Juventus per portare i miei figli a fare qualche foto" ha poi raccontato l'ex bianconero, prima di parlare di CR7 che adesso indossa la sua stessa maglia: "Cristiano è uscito dallo spogliatoio mezzo nudo e ho visto muscoli che non ho mai visto in vita mia. Da dove li ha tirati fuori? Quando giocavamo contro in nazionale era molto veloce e faceva tanti doppi passi. Il suo punto forte era la velocità. Giocavamo sulla stessa fascia e dovevo seguirlo".
Qualche problema in più gliel'ha riservato però un altro fenomeno: “Se ho mai colpito Messi? Il problema è che non ci riuscivo! È un fenomeno. Ribery? E' uno di quelli che più mi ha complicato la vita. Molta fantasia negli spazi stretti, voleva sempre il pallone, calciava bene da fuori… Non bisognava farlo dribblare, non bisognava farlo tirare, con lui era un casino!”.
E su Roberto Carlos ha infine aggiunto: "Con lui era divertente perchè attaccava e ti lasciava attaccare. Pensavi che avresti sofferto, ma quando la tua squadra recuperava il pallone lui ti lasciava almeno 30 metri di campo. E nell’uno contro uno non era poi così forte".
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