Interviste e Storie

Lotta e carattere: chi è Matteo Lavelli, l’attaccante della Primavera convocato da Inzaghi per Milan-Inter

Credits: Martina Cutrona

Alla scoperta dell’attaccante classe 2006 convocato da Simone Inzaghi per l’andata di Coppa Italia Milan-Inter: chi è Matteo Lavelli.

Vista l’assenza di Lautaro Martinez, Simone Inzaghi pesca dalla Primavera: per l’andata della semifinale di Coppa Italia contro il Milan tra i convocati dell’Inter c’è anche Matteo Lavelli.

Attaccante classe 2006, ha firmato il primo contratto da professionista lo scorso 30 gennaio e in quell’occasione aveva rivelato: “Sono contento di continuare questo percorso. Prima squadra? Non posso dire niente ma ovviamente ci spero”. Contro il Milan, ecco la sua occasione.

È un giocatore che si contraddistingue per forza fisica, spirito di sacrificio e quella voglia di lottare su ogni pallone. Caratteristiche che non sono arrivate per caso, ma sono il frutto di un infanzia da sempre legata allo sport fatta anche di sacrifici per conciliare allenamenti e studio.

Prima di iniziare con il calcio, infatti, Matteo ha provato prima nuoto e poi per qualche mese rugby. Due discipline diverse ma che hanno creato in lui la voglia di lavorare sodo. Poi il passaggio allo sport più seguito al mondo, al quale è sempre stato legato. La passione gliel’hanno trasmessa il papà e il nonno sin da quando aveva due anni ma è quando ne ha compiuti quattro che ha deciso di iniziare a giocarci. Il suo idolo? Cristiano Ronaldo.

Credits: Martina Cutrona

Gli inizi: dall’oratorio alla chiamata dell’Inter

A Matteo è sempre piaciuto avere la palla tra i piedi, fin dai primi approcci con il calcio nell’oratorio di paese dove era sempre il più piccolino in campo. Dai cinque ai sette anni ha iniziato la sua carriera alla Vibe Ronchese, per poi passare un anno al Monza e due anni a Renate.

Un inizio da… terzino destro. Tanta corsa e voglia di incidere grazie anche al suo spirito combattivo. Tutte caratteristiche che gli scout dell’Inter hanno notato decidendo di chiamarlo nel settore giovanile nerazzurro. Una volta entrato, la decisione che ha cambiato (quasi) tutto. Non più difensore, bensì punta centrale.

Ora la chiamata in Prima squadra

Da attaccante lotta, fa “a sportellate” con i difensori avversari e (soprattutto) segna. Tanto. Sette anni nelle trafile dell’Inter condite da reti pesanti che sono valse vittorie e trofei. Come quelle con l’Under 17 nella semifinale scudetto contro la Fiorentina quando, subentrato nei tempi supplementari, ha messo a segno la doppietta decisiva.

Il salto in Primavera poi non lo ha spaventato più di tanto. Già la scorsa stagione ha fatto la differenza, come contro il Lecce in una gara bloccata vinta poi dai nerazzurri con la sua sforbiciata decisiva. Ma anche quest’anno. 6 gol in 38 partite tra tutte le competizioni senza contare il lavoro “sporco” per la squadra. Tutti elementi che hanno convinto Simone Inzaghi a convocarlo in Prima squadra. Ora tocca a Matteo.

Alessandro Vescini

Nato nel 2000, mi ricordo solo la finale Italia-Francia dei Mondiali 2006 e ho visto Del Piero, Maldini e Totti solo nella parte finale della loro carriera. Questa sfortuna ha frenato la mia passione per il calcio? Se state leggendo questa bio, avete già la risposta.

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