Matias Perez Sepulveda (CREDITS: US Lecce)
Cileno dal Curicó Unido, devoto a Dio e alla famiglia: alla scoperta del nuovo arrivo del Lecce Matías Pérez Sepúlveda
Dios y fútbol. Il binomio di vita che meglio suona per un sudamericano. Ancora di più se a questo si aggiunge un terzo comune denominatore come la famiglia.
Matías Pérez Sepúlveda – detto “Flaco“- è così. Autentico. Consapevole dei propri mezzi, grato a quello che la vita gli ha dato. Una famiglia dedita al lavoro, al sacrificio. Dal piccolo villaggio cileno di Molina, a qualche chilometro da Curicó, con un sogno nel cassetto lasciato crescere nelle quattro mura di una cameretta.
Esempio di perseveranza e di come si inseguono i propri obiettivi: Mati è pronto per l’Italia. Il Lecce ha deciso di puntare sul talento cileno classe 2005, permettendo a quel giovane “Flaco” di uscire per la prima volta e vivere un’esperienza al di fuori dei propri confini nazionali.
Portandolo in rosa, non solo il Lecce si è garantito un grande innesto di prospettiva. Ma avrà anche il modo di offrire a Mati la possibilità di dire la sua sui campi della Serie A.
“So quanto vale Flaco”. Non ha dubbi Héctor Almandoz, l’allenatore che lo ha cresciuto nel club in cui Pérez ha iniziato a dare i primi calci: il Curicó Unido, la squadra di Mati da quando aveva 13 anni. Il primo calcio però lo ha vissuto nelle strade della sua città. “Con gli amici del campetto”, diremmo noi ora. Il sogno dei grandi stadi coltivato sin da bambino: un esempio, ora, di quanto inseguire i propri sogni ripaghi sempre. “Sono molto grato a Dio per questa opportunità, alla mia famiglia che mi è sempre stata accanto nei momenti belli e brutti, ai miei compagni di squadra che mi sostengono ogni giorno e mi consigliano. E grato a Dio, soprattutto”. Così le parole consapevoli di Pérez raccontavano la prima chiamata con l’U20 del Cile. Un piccolo tassello per la sua ancora giovane carriera.
La famiglia, poi Dio. Nel cuore di Mati. “Col calcio ho sempre sognato di poter aiutare i miei cari”. Grato alla vita. Adesso, il coronamento del sogno. L’Italia ha scelto quel giovane ragazzo di Curicó. O forse, come tutte le più belle storie, bastava l’attesa. Una chiamata a sorpresa che forse neanche lo stesso giocatore si aspettava. “Il mio sogno di diventare calciatore”.
Il fútbol da sempre, con l’indole del difensore. Il colpo della “trivela” facile, destro di piede. Oltre un metro e novanta di altezza, con una forte propensione al colpo di testa su azione da palla inattiva e al contrasto. Il fisico uno dei suoi pregiati punti di forza, anche se i suoi 78 chili farebbero pensare tranquillamente il contrario. Difensore sì, ma non solo. Centrale, terzino. A tratti anche esterno di centrocampo per valorizzarne velocità e ricerca dell’assist per i suoi compagni.
Il dribbling in corsa un altro punto di forza, abbinato – come detto – a un buona gestione del pallone. Imposta dal basso, esce con la palla tra i piedi. Un tuttofare pronto a prendersi Lecce. Nel nome del fútbol, di Mati. La “nueva estrella” cilena della Serie A.
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