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Nato difensore e scartato da Clairefontaine: Tel, il 2005 che si sta prendendo il Bayern

Uscire il sabato sera con gli amici, giocare a videogame, scrollare Tik Tok. Tutte cose normalissime per un ragazzo di 18 anni. Non per Mathys Tel, aka il più giovane marcatore nella storia del Bayern Monaco. Per lui la normalità è allenarsi con Muller, Kimmich e Kane, non andare in qualche pub univerisitario il martedì sera. Un ragazzino diventato grande senza sapere come, o forse sì, come ci ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com uno dei suoi primi allenatori, Thomas Berlette

“Nessun problema mister, mi guadagnerò il posto”

Oggi secondo allenatore della squadra B dello Stade Reims, Thomas ha incontrato Mathys quando era ancora un quattordicenne al Montrouge, squadra di Parigi da cui sono passati anche Hatem Ben Arfa, Ludovic Blas e Tiemoue Bakayoko: “Alla prima telefonata gli dissi che la rosa era già al completo e che non avevo bisogno di lui come titolare. La sua risposta è stata ‘Ok, nessun problema, mi guadagnerò il posto’ “.

E così è stato. Mathys arrivava da un periodo non felice: Clairefontaine – accademia nazionale specializzata nell’accrescimento e nell’allenamento di giovani e promettenti calciatori francesi – lo stava scartando e dopo un primo periodo in cui giocava soltanto le partite nel weekend, pian piano ha iniziato a fare gli allenamenti tutta la settimana con il Montrouge: “Abitava a più di un’ora di distanza dai campi ma era sempre presente molto prima di cominciare con i compagni. Giocavamo a livello nazionale con l’Under 17, ma lui aveva 15 anni. Quando lo dissi ai miei giocatori si misero a ridere ma dopo il primo allenamento cambiarono subito idea”.

“Il Rennes lo voleva centrocampista ma…”

In solo 8 mesi, nella stagione fermata dalla pandemia, segnò 8 gol in 10 partite, uno dei quali contro il Rennes, sua futura squadra. Ed è proprio qui che si è vista l’importanza di Berlette nel percorso di crescita del classe 2005:Ho avuto varie discussioni con il Rennes, che si era già assicurato il suo cartellino. Loro volevano utilizzarlo come mediano o centrocampista box to box. Io ho insistito per farlo restare in attacco, ero convinto che avesse tutte le qualità per diventare una punta di alto livello. “E pensate che Mathys all’inizio della sua carriera giocava come difensore centrale!. Insomma, club bretone colpito e affondato.

 

 

Un’intuizione mica male quella di Thomas. Salihamidžić, ex direttore sportivo del Bayern Monaco, lo ha definito come “il miglior talento in Europa nel suo ruolo” e non aveva esitato a sborsare circa 28,5 milioni di euro per assicurarselo nonostante avesse giocato soltanto una decina di partite tra i professionisti. In 38 gare ufficiali con il Bayern Mathys ha già segnato 12 reti: testa giusta e poche parole, come la sua esultanza. Senza escludere un sabato sera in discoteca quando avrà il giorno libero.

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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