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Flamini: “Vi racconto la mia nuova vita da imprenditore. Il ‘mio’ Milan aveva campioni”

Mathieu Flamini, ex centrocampista francese di Arsenal e Milan, ha parlato in un’intervista concessa a Sportweek. Diversi i temi trattati: dalla nuova vita da imprenditore nel campo dell’ecogreen all’esperienza in maglia rossonera. Con un pensiero al nuovo Milan made in France. 

 

Flamini: “Un tempo la sostenibilità non era un tema”

Terminata la carriera sul campo, Flamini ha fatto della sua passione un lavoro. Quindici anni fa, l’ex mediano ha fondato la GfBiochemicals (di cui lui è amministratore delegato), un’azienda che offre un’alternativa di origine vegetale ai prodotti derivati dal petrolio. Una passione sviluppata molto tempo fa: “Da bambino raccoglievo con mio padre la plastica sulla spiaggia, a Marsiglia. Vedevamo quale disastroso impatto può avere il petrolio”. Ora, il progetto è diventato realtà. “Con la nostra azienda collaboriamo con colossi industriali chiamati alla transizione ecologica. Un tempo la sostenibilità non era un tema: molta gente pensava fossimo matti, ora più o meno tutti temono il riscaldamento globale.

“Ecco cosa mi ha insegnato il calcio…”

“Il calcio ti insegna a gestire lo stress e la pressione. In campo impari il sacrificio e la fatica. I compagni e i collaboratori vanno sempre ascoltati. Il calcio è un’azienda differente, porta la gente a stare insieme, si nutre di amore”. Flamini ha lanciato un appello al mondo del calcio con la speranza di sensibilizzare tifosi e addetti ai lavori. Il nostro sport va sempre più defosilizzato: a partire dall’uso della plastica negli stadi.

E poi, un consiglio per tutti i calciatori che si apprestano a concludere la loro carriera: “I club dovrebbero aiutare i calciatori a focalizzarsi anche sul resto. L’unico consiglio che posso dare loro è di seguire le passioni”.

Flamini: “Al Milan mi guardavo attorno e vedevo campioni. Da Maldini a Seedorf”

Cinque stagioni con la maglia rossonera: vittorie, trofei e l’opportunità di condividere lo spogliatoio con calciatori di caratura internazionale. “Io al Milan mi guardavo attorno e vedevo giganti, da Maldini a Seedorf: uomini intelligenti prima che campioni. Lì sentivo di appartene a qualcosa più grande di me, una bandiera importante per milioni di persone”.

E il Milan di oggi…

“I vari Reijnders e Loftus-Cheek in mezzo hanno aggiunto dinamismo e qualità. E con Pulisic in avanti è arrivata una punta di livello internazionale. Ci teniamo stretto questo bel mix francese, anche se avrei voluto Marcus Thuram: era vicinissimo ed è forte. Giroud è un amico, un grandissimo”.

 

Redazione

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